Gli aborti volontari sono in netto calo

Interruzioni volontarie di gravidanza in calo in Trentino. Nel 2013 sono state eseguite nella nostra Provincia 801 Ivg con un decremento dell'8,4% rispetto all'anno precedente. Se si considerano i casi di Ivg effettuate da donne residenti in Trentino i casi sono stati 719 (anche in questo caso i numeri sono in calo). Una buona notizia soprattutto alla luce del fatto che il tasso di abortività volontaria collocava la nostra provincia sempre sopra la media nazionale. Dal 2010 e per tutto il periodo fino al 2013 il tasso risulta invece essere più basso di quello nazionale, consolidando così anche un trend di diminuzione negli ultimi sette anni. Il dato emerge dal recente rapporto annuale pubblicato dal Servizio Epidemiologia dell'Azienda sanitaria.


Altra novità viene poi dal luogo in cui le donne hanno scelto di abortire. In calo i numeri degli istituti privati, in particolare di Villa Bianca, con una crescita del S. Chiara. Nel 2013, infatti, si è registrato un cambiamento all'interno dell'ospedale S. Chiara di Trento che ha spostato la maggior parte degli interventi di Ivg presso il Day Surgery-Villa Igea. Così, se si considerano le Ivg effettuate a Villa Igea e quelle del S. Chiara, il numero complessivo supera la metà della casistica provinciale (51,7%), proporzione che nel passato veniva coperta da Villa Bianca. Quest'ultima struttura copre ora il 35%, Rovereto il 9,1%, Cavalese il 4,7%.


Va detto che degli 874 casi effettuati in Trentino, 152, ossia il 19%, riguardavano donne provenienti da fuori provincia e che il 4,6% erano aborti terapeutici in seguito a diagnosi prenatale di malformazione congenita del feto. La fascia d'età con percentuale maggiore di Ivg è quella tra i 30 e i 34 anni (23,2%), seguita da quella 35-39 (21,7%). Le minorenni rappresentano una quota marginale, il 2,7%, e la percentuale è in calo negli anni. Per quanto riguardo lo stato civile le nubili rappresentano il 51,4% e, caratteristica anomala rispetto al resto d'Italia, hanno un titolo di studio medio-alto (70%).


Le donne straniere costituiscono più di un terzo della casistica provinciale (38,2%) e coloro che si sono presentate per aborto dopo averne già subiti in precedenza rappresentano il 25,8%. Cambiano anche le persone alle quali le donne si rivolgono per ottenere la certificazione necessaria per l'intervento. Nel 2013 nel 56,8% dei casi è stata rilasciata dai consultori, mentre cala il numero di quelle rilasciate dai medici di famiglia (29.2%). Quanto ai tempi di attesa il tempo tra rilascio della certificazione e intervento risulta compreso entro due settimane nel 54,1% dei casi e l'intervento chirurgico rimane quello più utilizzato.


L'aborto farmacologico con la Ru486 è stato utilizzato solamente al S. Chiara in 29 casi. Numero in continuo calo considerato che nel 2012 gli aborti farmacologici erano stati 41, nel 2011 43, nel 2010 36 e nel 2007 157 (l'anno in cui si avvio la sperimentazione). Per quanto riguarda la degenza dell'intervento, nel 92.1% dei casi è minore a un giorno e le complicanze a breve termine sono state 10, nove di natura emorragica. Infine una considerazione sulla stretta relazione tra aborto e l'assenza di pratica contraccettiva nei 6 mesi precedenti l'Ivg. Ben il 73,2% delle donne che si sono sottoposte all'intervento hanno infatti dichiarato di non aver utilizzato alcun contraccettivo.

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