Trentino, la dissocupazione a fine 2014 è salita all'8%

Nel quarto trimestre del 2014 la disoccupazione in provincia è cresciuta dell'1,5%, gli occupati sono scesi a quota 230 mila e il tasso di occupazione al 65,4%. Lo osserva la Cgil del Trentino analizzando i dati Istat su occupazione e disoccupazione nel 2014.

Nel quarto trimestre del 2014 la disoccupazione in provincia è cresciuta dell'1,5%, gli occupati sono scesi a quota 230 mila e il tasso di occupazione al 65,4%. Lo osserva la Cgil del Trentino analizzando i dati Istat su occupazione e disoccupazione nel 2014.

«A dicembre 2014 - sottolinea la Cgil - il tasso di disoccupazione in provincia balza all’8% rispetto al 6,5% del quarto trimestre 2013. Peggiora anche il tasso di occupazione che passa dal 66,3% di dicembre 2013 al 65,4% dello stesso mese dello scorso anno, con gli occupati registrati dall’Istat che a fine 2014 risultano 230.000 nella nostra provincia».

«A fine anno - prosegue la Cgil - il tasso di disoccupazione registrato dall’Istat per il 2014 risulta comunque uno dei migliori in Italia con una percentuale del 6,9 in lieve peggioramento rispetto al 2013 quando si era fermato al 6,5%.

Contestualmente il 2014 segnala dati positivi sugli occupati e sugli attivi - anche includendo i dati negativi dell’ultimo trimestre dell’anno - che risultano in media nell’anno rispettivamente 232.000 e 249.000».

«Sebbene i dati Istat vadano sempre analizzati sul medio periodo, la rilevazione sull’ultimo trimestre del 2014 ci preoccupa - avverte Franco Ianeselli della Cgil del Trentino - perché, dopo molti mesi, tutti gli indicatori, tranne il tasso di attività, assumono il segno meno. I dati medi dell’anno sono più confortanti, ma nessuno deve abbassare la guardia perchè la crisi non è finita, sebbene alcuni indicatori economici a livello nazionale, a partire dal Pil, cominciano ad invertire il verso».

Se la Cgil esprime preoccupazione, la Provincia autonoma, invece, preferisce rassicurare tutti: in una nota stampa, scrive che «i dati su base annua mostrano una situazione complessivamente positiva per il Trentino rispetto alla media 2013».

La lettura in positivo si riferisce al dato medio annuo: «Nel 2014 rispetto alla media 2013 sono in aumento le forze lavoro, che passano dalle 245 mila del 2013 alle 249 mila del 2014. Nel 2014 gli occupati incrementano di 3 mila unità (dai 229 mila del 2013 ai 232 mila del 2014) e i disoccupati di mille unità (dai 16 mila ai 17 mila). Stesso dinamica si osserva per il resto dell’Italia. Relativamente ai tassi, in Trentino nel 2014 sono tutti in crescita, assieme ai dati in valore. Il tasso di attività (15-64 anni) è pari al 70,9%, in aumento di 8 decimi di punto percentuale, il tasso di occupazione 15-64 anni, pari a 65,9%, è in aumento di 4 decimi e il tasso di disoccupazione è anch’esso in crescita di 4 decimi di punto percentuale raggiungendo il 6,9% dal 6,5% del 2013.

I dati - osserva ancora la Provincia - sembrano segnalare che anche per il mercato del lavoro il peggio dovrebbe essere alle spalle anche se lo stesso reagisce con ritardo ai miglioramenti dell’economia e, pertanto, si deve attendere del tempo perché essi si ripercuotano sull’occupazione e la rilevazione li contabilizzi».

La Provincia prosegue sottolineando che «i dati trimestrali mostrano un aumento nel tasso di attività 15-64 anni (dal 70,9% del 4 trimestre 2013 al 71,2% del 4 trimestre 2014), un calo nel tasso di occupazione 15-64 anni (dal 66,3% del 4 trimestre 2013 al 65,4% del 4 trimestre 2014)» e infine piazza Dante concede che si è registrato il dato cui fa riferimento la Cgil: «Un aumento nel tasso di disoccupazione (dal 6,5% del 3 trimestre 2013 all’8,0% 4 trimestre del 2014)».

Su quest'ultimo aspetto si riferisce il pensiero del vicepresidente nonché assessore all'industria, Alessandro Olivi: «Il peggioramento dell’ultimo trimestre può essere spiegato in particolare con il venir meno dei lavori stagionali legati a settori come il turismo, l’agricoltura, l’edilizia. Queste fluttuazioni sul breve periodo sono frequenti. Il rapporto Istat però è importante perché evidenzia una crescita delle forze lavoro e degli occupati rispetto al 2013, non straordinaria, ma comunque  rimarcabile. Il sistema mostra ancora delle difficoltà nell’assorbire questa crescita della domanda. Ciò significa che non siamo fuori dalla crisi, ma significa soprattutto che dobbiamo concentrarci, oltre che sulle azioni che frenano l’uscita dei lavoratori dal mercato del lavoro, anche sulla capacità del mercato di assorbire la domanda».

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