Truffa ai danni del sacerdote conto corrente prosciugato

Avrebbero approfittato della generosità e dello spirito cristiano di un sacerdote, spillandogli alcune migliaia di euro, per questo ora sono a processo per truffa. Imputati sono due quarantenni, l'uno residente a Brentonico (difeso dall'avvocato Luigi Campone) e l'altro a Lavis (difeso dall'avvocato Mario Sforzellini). I due avrebbero inventato un'incredibile storia di ricche eredità e bambini bisognosi raggirando un sacerdote 87enne originario della Val di Non ma residente a Trento. Questi, alla sua veneranda età, non ha perso lo spirito caritatevole che ha contraddistinto tutta la sua missione e ha l'abitudine di dare piccole somme di denaro alle persone più bisognose. Ovviamente il rischio è che tra i presunti indigenti si infiltrino anche personaggi loschi. 

È il caso dei due imputati che dal capo di imputazione appaiono come soggetti senza scrupoli. Nel luglio del 2013 il sacerdote veniva avvicinato da un giovane italiano che dichiarava di essere di Brentonico. Questi era accompagnato da un altro uomo che si presentava come avvocato. Proprio quest'ultimo raccontava di essere destinatario di un'eredità proveniente dalla Germania, ma per entrare in possesso del lascito doveva sostenere delle spese per le pratiche burocratiche. Per far breccia nel cuore del sacerdote, la storia era stata condita da risvolti umani: il denaro dell'eredità doveva servire anche per pagare le cure urgenti di cui aveva bisogno una bambina che si trovava ricoverata a Monaco di Baviera

L'anziano prete, come era sua abitudine, non si è tirato indietro. Secondo l'accusa i due imputati, con artifici e raggiri, sarebbero riusciti a farsi consegnare dal sacerdote a più riprese circa 1.000 euro in contanti. Non contenti, i due avrebbero messo le mani anche su tre assegni: due di questi, da 382 e 400 euro, venivano posti all'incasso; il terzo, da 1.930 euro, veniva bloccato dalla banca perché sul conto corrente non c'era più disponibilità. Così gli imputati avrebbero prosciugato le magre finanze del sacerdote che vive con la sua pensione. 

L'uomo residente a Lavis è accusato anche di furto. Nel novembre del 2013, con l'aiuto di un ignoto complice, si sarebbe intrufolato nell'appartamento del prete impossessandosi di una cassetta metallica contenente 100 euro e i documenti della vittima. 

Il processo, aperto ieri di fronte al giudice Enrico Borrelli, è stato rinviato a maggio per l'audizione dei testimoni.

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