L'orsa Caterina sedata e trasferita da Caserta all'Abruzzo. Ma in questo caso ha operato un team specializzato

di Zenone Sovilla

Pochi giorni fa il corpo forestale dello Stato ha trasferito con successo un’anziana orsa, «Caterina», da un parco giochi del Casertano a un centro faunistico specializzato, nel Parco nazionale della Majella.

Nel suo sito Web, l’Associazione nazionale medici veterinari italiani commenta la notizia sottolineando che l’intervento è avvenuto con il supporto specialistico di diversi professionisti. «Sotto lo stretto controllo di cinque medici veterinari specializzati nel trattamento di specie protette, si è conclusa con successo l’operazione di trasferimento dell’anziano plantigrado. Tre ore, dalla sedazione al risveglio, per valutare le condizioni cliniche di Caterina».

L’operazione evoca quella, purtroppo finita male, messa in atto in Trentino per la cattura dell’orsa Daniza, morta durante la sedazione, nel settembre scorso.
Come noto, la vicenda ha scatenato una furiosa polemica e pesanti critiche, specie dai movimenti animalisti, nei riguardi dell’operato dei servizi provinciali.

Dal punto di vista giudiziario, la Procura della Repubblica nel dicembre scorso ha chiesto l’archiviazione, non ravvisando responsabilità di tipo penale. Tuttavia, la magistratura trentina, intervenuta in seguito a numerosi esposti e denunce, ha osservato che malgrado fosse stata corretta la somministrazione di farmaci per narcotizzare Daniza, successivamente, di fronte alle complicanze sopravvenute, il veterinario avrebbe dovuto iniettare all’orsa un antidoto e darle ossigeno per via nasale. Tale omissione, però, è giudicata dalla Procura un comportamento colposo non penalmente rilevante.

Una conclusione non convincente per le organizzazioni animaliste: l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) aveva subito annunciato un’opposizione al provvedimento di archiviazione e una richiesta di accesso agli atti per conoscere gli esiti delle necroscopie condotte sul corpo di Daniza.

La stessa richiesta di archiviazione, peraltro, sottolinea che sulla base delle cause del decesso del plantigrado, gli uffici competenti dovranno adottare i necessari correttivi negli interventi simili che saranno messi in atto in futuro.

A dire il vero, un invito autorevole a introdurre correttivi al protocollo provinciale era già arrivato, oltre un paio d’anni fa, dall’Ordine dei veterinari del Trentino, subito dopo la morte durante la sedazione di un altro orso, JJ5, sei anni, figlio di Jurka, avvenuta il 12 giugno 2012 a Monte Terlago.

Anche in quel caso, come per Daniza, si intendeva catturare l’animale perché era ritenuto il responsabile di diverse razzie negli allevamenti della zona (l’intenzione era di dotarlo di radiocollare e poi rimetterlo libertà). Dal 2006 a oggi, in Trentino, si sono registrati quattro decessi su dodici catture. Fra questi il discusso episodio del 13 giugno 2008, quando l’orso KG2G1 annegò nel lago di Molveno perché sotto l’effetto dell’anestetico.

L’Ordine provinciale dei veterinari aveva più volte chiesto alla Provincia delucidazioni tecniche sulle prassi seguite e sui farmaci utilizzati, ma a quanto pare le risposte hanno tardato ad arrivare.

Il punto sul quale l’Ordine aveva insistito già nel 2012 era in particolare la necessità che, per simili interventi di sedazione, i servizi faunistici trentini ricorressero al supporto a professionisti specializzati in fauna selvatica. Nel caso degli orsi, in Italia si tratterebbe di pochi esperti, nessuno dei quali esercita in Trentino. Affidarsi agli specialisti, secondo l'Ordine, ridurrebbe di molto i rischi di esiti indesiderati.

Una modalità, quella della messa in campo di un team specializzato, seguita appunto in Campania per portare al sicuro un’orsa di oltre vent’anni, come spiega l’Associazione veterinari. «L’esemplare, che pesa oltre cento chilogrammi, è stato inizialmente sottoposto a una valutazione generale prima di essere addormentato secondo un protocollo anestesiologico specifico per l’orso. Durante la sedazione, Caterina è stata visitata dai medici veterinari dell’équipe, ciascuno dei quali aveva un preciso obiettivo di osservazione, per ottimizzare i tempi e condurre le necessarie valutazioni sanitarie entro il suo risveglio. Durante le operazioni, l’orsa – costantemente sotto monitoraggio- è stata microchippata e sottoposta a prelievi i cui risultati saranno disponibili nei prossimi giorni. Complessivamente il quadro clinico generale di Caterina, anche considerata l’età avanzata, è risultato buono e i medici veterinari non hanno ravvisato elementi ostativi al trasporto e al trasferimento».

L’operazione medica (i cui costi sonoi stati sostenuti da Animals Asia Foundation-Italia), è durata circa tre ore e successivamente l’orsa è stata caricata su un mezzo speciale e trasportata dal Casertano all’oasi naturale nel Parco della Majella, viaggiando sotto la scorta della forestale e facendo soste ogni mezz’ora lungo il percorso dalla Campania all’Abruzzo.

«Per alcuni giorni - spiega ancora l’Anmvi - Caterina sarà sottoposta a ulteriore monitoraggio da parte del personale veterinario del Parco nazionale della Majella. L’orsa verrà gestita nel nuovo ambiente con una prima collocazione all’interno di una zona di adattamento e poi potrà vivere nell’oasi faunistica predisposta per lei e approvata dal Ministero dell’Ambiente. Durante le indagini veterinarie, in fase di sedazione, l’orsa è stata sottoposta anche ad indagine genetica per individuarne la specie e l’origine esatta».

Ha espresso soddisfazione, fra gli altri, la Società italiana veterinari per animali esotici: «Caterina è un caso scuola - commenta il presidente Giordano Nardini - che il ministero dell’Ambiente dovrebbe attentamente studiare. Il trasferimento degli orsi richiede il concorso di medici veterinari specializzati non potendosi improvvisare interventi di sedazione e di valutazione sanitaria complessiva, sia clinica che di benessere animale. Purtroppo, le cronache insegnano che dove mancano le competenze adeguate i fattori di rischio aumentano molto.
Quanto è stato fatto per Caterina sarà messo a disposizione dei ministeri dell’Ambiente e della Salute se vorranno perfezionare i protocolli veterinari d’intervento».

Per parte sua, nel suo diario Fb (da cui sono tratte le due immagini dell'orsa, prima e durante l'intervento), anche il parco divertimenti (Ditellandia) esprime soddisfazione e annuncia un futuro senza animali in gabbia: «Da oggi per Caterina inizia una nuova vita è ne siamo pienamente felici!!! Ringraziamo il Corpo Forestale dello stato, Asia Animals foundation e il nostro veterinario Dario D'Oriano per l'impegno e la professionalità messa a disposizione. Nei prossimi giorni seguirà il trasferimento di Rambo (la tigre). Dopo di che lo zoo sarà smantellato per creare una nuova area».

comments powered by Disqus