Alleanza alpina sulla sanità, il 9 febbraio convegno a Trento

Un incontro tra i sindaci e i direttori sanitari dei piccoli ospedali alpini con meno di 500 nascite l'anno. È questa l'iniziativa organizzata dall'«Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna» il 9 febbraio prossimo alle 10.30 al Consorzio dei Comuni a Trento.

«Sarà un confronto importante - ha detto il presidente dell'Intergruppo, onorevole Enrico Borghi - sugli standard che i piccoli ospedali alpini possono assicurare e sul futuro dei punti nascita nei territori montani. Il diritto alla salute, e alla nascita in questo caso, deve essere assicurato a tutti i cittadini del nostro Paese e per questo è necessario trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità dei servizi e qualità dell'assistenza sanitaria». La riunione del 9 febbraio sarà inoltre l'occasione per far partire un'iniziativa comune al fine di riaprire una trattativa presso la Conferenza Stato-Regioni in ordine all'accordo sulla salute firmato del 2010.

«Il dibattito sui piccoli ospedali di montagna e in particolare sui punti nascita - dice l'assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi - si è ravvivato in coincidenza con l'azione forte e incisiva di tagli lineari alla spesa sanitaria promossa a tutti i livelli.

Gli standard di sicurezza e qualità ospedaliera guidano azioni di riorganizzazione che si abbattono in primis sulle strutture più piccole e periferiche, senza intervenire con altrettanta decisione verso le duplicazioni di servizi presenti a livello centrale. Su un tema delicato come quello della sanità e non solo, io credo che ai tagli di spesa lineari siano preferibili progetti riorganizzativi e di miglioramento della spesa. In questo modo, oltre al costo, si può considerare anche il valore della spesa pubblica ed i diversi contesti e condizioni in cui le politiche sanitarie vengono attuate. Condizione necessaria a vivere in montagna è la presenza dei servizi essenziali. La programmazione sanitaria delle regioni alpine non può prescindere da quel principio di sussidiarietà responsabile che tiene il più vicino possibile ai cittadini i servizi di base».

«Nei territori di montagna il ruolo dell'ospedale va certamente oltre le classiche erogazioni sanitarie -dichiara il presidente della provincia di Sondrio Luca della Bitta - ma si configura come un riferimento importante per tutta la comunità e la sua qualità di vita. In particolare il punto nascita ne contraddistingue il suo massimo livello di vicinanza alla popolazione. Si tratta delle nuove vite, del futuro. Per questo l'attenzione degli amministratori deve essere massima e puntuale.

La giornata di lavoro ha l'ambizione di provare a concretizzare la specificità montana nei servizi sanitari.

Una sfida che i territori di montagna sono pronti a giocare da protagonisti. Occorre adeguare la normativa e l'organizzazione dei servizi alle singole realtà locali e alle esigenze della popolazione. Una rete tra amministratori per un obiettivo comune. Con impegno e determinazione».

Sono coinvolti i Comuni trentini Cavalese, Tione, Cles, quelli sudtirolesi di Silandro , Vipiteno , San Candido, quelli bellunesi di Pieve di Cadore e Agordo, Asiago (Vicenza), i lombardi Sondalo, Chiavenna e Gravedona, il friulano Tolmezzo, infine i piemontesi Domodossola, Susa e Borgosesia.

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