Soccorso alpino: più soldi e direttore: dalla Provincia ogni anno 1.540.000 euro

In un periodo di tagli, di riduzioni, di razionalizzazioni il fatto che al Soccorso alpino Trentino vengano aumentati i contributi è ovviamente una notizia. Il presidente Alimonta, nell'ultimo Notiziario diffuso a tutti i soccorritori, ha reso noto che, per il prossimo triennio, la Provincia sborserà 70 mila euro in più all'anno portando quindi il contributo annuo a 1.540.000 euro. Un risultato non da poco considerato che indiscrezioni parlavano inizialmente di una possibile riduzione del 5%.


Ma a cosa serviranno questi soldi in più? Innanzitutto per pagare una nuova figura prevista con il nuovo statuto entrato in vigore con il primo gennaio, ossia quella di direttore. All'articolo 20 è stata introdotta appunto la figura del direttore che è posto a capo dell'ufficio segreteria e le cui competenze sono regolate dall'articolo 29 (e dal futuro regolamento). Di fatto è noto che è stato autorizzato l'iter per l'assunzione di colui che andrà a ricoprire questa figura. Presto sarà predisposto un bando nel quale verranno indicate le caratteristiche, le competenze e i titoli che gli aspiranti dovranno avere. L'idea sarebbe quella di affidare l'incarico ad una persona esterna, ma i vertici dell'associazione non escludono comunque la partecipazione al concorso di persone iscritte al soccorso alpino.


Questo è anche un periodo di scadenze e rinnovi per l'associazione. Entro il 28 febbraio, infatti, le stazioni hanno l'obbligo di provvedere al rinnovo delle cariche di capostazione e vicecapostazione. Un passaggio particolarmente importante anche in vista dell'elezione del presidente, il cui mandato è in scadenza il prossimo anno. Molti i temi che hanno generato qualche malumore o comunque sono stati motivo di discussione. Innanzitutto il discorso della formazione. Ovviamente necessaria per riuscire ad essere sempre al top nella preparazione. Inevitabilmente, però, in un organismo che dovrebbe essere basato sul volontariato e dove ognuno dovrebbe poter mettere a disposizione le competenze (già testate) e il tempo che ha, per più di un socio raggiungere i crediti formativi richiesti è risultato un problema e non sono stati pochi, vuoi per età vuoi che per impegni lavorativi, coloro che hanno dovuto rinunciare a far parte del gruppo. A questo si aggiunge la questione delle guardie attive, ossia persone che non sono più semplici «volontari», ma per il servizio che svolgono percepiscono un compenso di 140 euro a turno. Va da sé che in alcune zone, dove in giornate particolarmente calde alcuni volontari rimanevano in sede pronti a partire gratis, i due diversi trattamenti abbiano creato qualche malumore.


Tornando al nuovo statuto, sono numerose le novità introdotte. Innanzitutto sono state messe nero su bianco le competenze del soccorso alpino e gli ambienti e le circostanze in cui i soccorritori devono essere chiamati ad intervenire. Nessuna pietà per i soccorritori di lunga data. È stato introdotto un limite massimo di età per cui al compimento del 70esimo anno di età, indipendentemente dall'esperienza e dalla forma fisica, vi è la perdita della qualità di socio. Nuova anche la figura del coordinatore delle operazioni di soccorso. In passato era solitamente il comandante della stazione a gestire il tutto. Ora non è più così. Il coordinatore rappresenta l'anello di congiunzione tra soccorso alpino e le centrali operative di emergenza.

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