Viaggi solidali? I giovani dicono di no

di Tommaso Gasperotti - No

I giovani solidali quest'anno non partiranno. Non prenderanno alcun volo per il Sud del mondo, non vivranno un'esperienza di volontariato internazionale. Dopo otto edizioni e circa 200 giovani lagarini coinvolti, il progetto «Giovani Solidali», promosso da Comune, Provincia e Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, si ferma: non ci sono abbastanza iscritti. Gli ex giovani solidali sono increduli, molti di loro, se solo potessero, ripartirebbero subito ripensando alle emozioni vissute e alle persone incontrate nei loro viaggi. Gli organizzatori nel frattempo si chiedono come mai questa proposta non entusiasmi più.
«Con immenso rammarico quest'anno il corso non si terrà» ha annunciato Thomas Festi, tutor del corso assieme ai formatori Fabrizio Bettini e Simona Polzot. Le iscrizioni per quest'edizione, la nona, erano state anche prorogate di una settimana, ma venerdì scorso l'amara presa di realtà: neanche dieci iscritti, numero minimo per far partire il corso. Nel 2009 i ragazzi erano stati addirittura divisi in due gruppi tante erano state le adesioni, quasi 40, mentre gli anni successivi era sempre stata raggiunta la ventina di iscritti. Quest'anno il corso era stato rimodulato e aperto soltanto a 15 giovani (dai 18 ai 28 anni) residenti a Rovereto o iscritti all'Università di Trento, sede di Rovereto.
«Forse sono cambiate le priorità dei giovani forse il periodo storico - si chiede Giovanna Dell'Amore del Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale - molte più le possibilità di viaggiare e muoversi con vari progetti, molti i freni dettati dagli impegni di studio. La quota richiesta di 450 euro (300 euro per le spese di vitto e alloggio per tre settimane all'estero più l'assicurazione di viaggio) può essere onerosa al giorno d'oggi per molte famiglie, ma è il minimo che si può chiedere». «Abbiamo messo in campo sempre grande impegno e risorse per formare i nostri giovani insegnando loro i valori del volontariato e della cooperazione internazionale». Un progetto unico, quello dei Giovani Solidali: un corso di formazione di 74 ore in aula, un'esperienza di viaggio presso un'associazione che opera nel Sud del mondo e, una volta a casa, la sensibilizzazione sul territorio. «Un percorso impegnativo, certo, ma qui sta la peculiarità e la forza dei Giovani Solidali - aggiunge Dell'Amore - un'occasione di crescita per i ragazzi che hanno imparato ad arrangiarsi, autorganizzarsi, e in piccoli gruppi calarsi in realtà come Burundi, Kenya, Brasile, Perù, piuttosto che India, Filippine, Palestina, (e molte altre mete), per poi raccontare la loro esperienza coinvolgendo i coetanei». Fiduciosa per il futuro l'assessore di riferimento Luisa Filippi: «I partecipanti sono sempre stati motivati e non penso sia calato l'interesse attorno a un progetto che ha riunito nel volontariato centinaia di ragazzi lagarini. Ai Giovani solidali si è iscritta una generazione intera, chi era interessato ha già partecipato e molti continuano a impegnarsi in questo campo». Come dire un'ondata è andata, ma il progetto, rassicura Filippi, non verrà abbandonato: «Penseremo se riallargarlo agli altri Comuni della Vallagarina, e se renderlo biennale».

comments powered by Disqus