Semina il panico al bar entrando con una pistola

Ha seminato il panico in un bar a due passi dall'ospedale Santa Chiara di Trento un quarantaduenne che, poco dopo le 6 di mercoledì mattina, è entrato nel locale con una pistola, iniziando a dare in escandescenze dopo che i titolari avevano allertato la polizia.

 

L'uomo, un trentino già noto alle forze dell'ordine, è stato denunciato per ricettazione: gli agenti intervenuti sul posto lo hanno infatti trovato in possesso, oltre che della pistola (peraltro un'arma giocattolo, si scoprirà poi, sebbene priva del bollino rosso), anche della refurtiva frutto di tre furti messi a segno nelle ore precedenti ai danni di un bar, di una fioreria e dei proprietari della bicicletta, a bordo della quale l'uomo aveva raggiunto il locale.

 

Tutto è avvenuto intorno alle 6.15, quando l'uomo è entrato al bar Medaglie d'Oro, con una grossa borsa: «È sembrato subito un tipo piuttosto strano - ha raccontato una delle bariste, che aveva alzato la serrada una manciata di minuti prima - ma come se ne possono vedere tanti in un bar: è entrato, si è seduto e ha iniziato ad armeggiare con la borsa che aveva con sé». In realtà quello che stava facendo erano conti: stava contando tutta la moneta che aveva con sé. Proveniva dai fondi cassa della fioreria Stella, di corso Tre Novembre, e dal Kafè Matrix, di via Ferruccio.

«Ad un certo punto - racconta ancora la barista - si è alzato e mi ha chiesto di poter cambiare in banconote qualcosa come 150 euro in monetine. È stato allora che alcuni avventori - un operatore del 118 e un poliziotto fuori servizio - hanno notato la sagoma della pistola, alla cintola».

È stata subito allertata la questura, con gli agenti delle volanti che sono arrivati sul posto: a seguito della perquisizione, gli agenti hanno trovato anche un computer portatile - quello del titolare della fioreria, Andrea Trentini - un tablet e un cellulare, di proprietà di Vladimir Xhilaga, titolare del Matrix, oltre alla bicicletta.

Gli esercenti sono stati convocati in questura per la restituzione dei loro averi, anche se hanno dovuto andarsene con lo stesso amaro in bocca provato anche dagli agenti. Non essendoci prove concrete che sia stato l'uomo a commettere effettivamente i furti - in teoria, infatti, potrebbe aver ricevuto la refurtiva da altri - se l'è cavata con una denuncia a piede libero per ricettazione.

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