«Punto nascite di Arco, non cambierà niente»

«Non c'è nulla da temere, non c'è nessuno smantellamento del Punto nascita di Arco. Non c'è niente che vada in questo senso. La polemica di questi giorni è fondata su illazioni». A parlare è Fernando Ianeselli , direttore del Servizio ospedaliero provinciale, che prosegue nel suo ragionamento: «Voglio tranquillizzare le nostre future mamme: avranno un trattamento adeguato, in centri adeguati e saranno sempre informate»

di Stefano Ischia

grav1_3255067.jpgARCO - «Non c'è nulla da temere, non c'è nessuno smantellamento del Punto nascita di Arco. Non c'è niente che vada in questo senso. La polemica di questi giorni è fondata su illazioni». A parlare è Fernando Ianeselli , direttore del Servizio ospedaliero provinciale, che prosegue nel suo ragionamento: «Voglio tranquillizzare le nostre future mamme: avranno un trattamento adeguato, in centri adeguati e saranno sempre informate». 
Per quanto riguarda Arco «non abbiamo tolto l'elisoccorso - commenta Ianeselli - non abbiano chiuso nulla, il centro funziona e funzionerà come sempre». Alla richiesta di una spiegazione sul significato del termine parto «fisiologico», che secondo le direttive provinciali sarebbe di competenza dei punti nascita «periferici» mentre quelli a «rischio» andrebbero convogliati a Rovereto o Trento, Ianeselli spiega: «Le terminologie si possono tirare a piacere, non hanno una valenza univoca. Il termine è stato usato nella delibera di giunta della Provincia autonoma». 
E il direttore chiarisce ulteriormente: «Per i punti nascita degli ospedali di periferia per me non è cambiato nulla. Le cose sono tali e quali da almeno dieci anni. La regola per noi è sempre stata la stessa: i casi potenzialmente a rischio vengono mandati a Trento o Rovereto. La delibera di giunta non cambia nulla da questo punto di vista, fotografa l'esistente: chi ha il compito di valutare la condizione della donna, peraltro non all'ultimo momento ma nei nove mesi, è il medico che prende in carico la paziente. Medico che in scienza e coscienza deciderà se trattare il parto in loco o trasferire la madre a Trento o Rovereto. 
Insomma per il direttore degli ospedali trentini «tutto può continuare come prima» al punto nascita di Arco. «Non capisco questo polverone. Anche prima le situazioni potenzialmente critiche venivano mandate a Rovereto o Trento. Quello che mi preme è che l'intero percorso di nascita sia seguito e preso in carico, il parto è solo l'ultima fase. Infine aggiungo che ad Arco la guardia ostetrica è in presenza attiva 24 ore al giorno e il medico o è in forma attiva o reperibile». 
La questione del futuro del punto nascite e dell'intero ospedale verrà discusso in ogni modo il prossimo 30 gennaio (e non domani come erroneamente comunicato ieri) tra l'assessora proviciale alla salute Donata Borgonovo Re, i sette sindaci dell'Alto Garda e Ledro e il presidente della Comunità di valle, Salvador Valandro.
Prende posizione sulla faccenda anche  Luca Giuliani , consigliere provinciale del Patt. «Vista la dimensione territoriale, la popolazione e soprattutto l'importanza nell'economia trentina dell'Alto Garda e Ledro, trovo improprio definirci "periferia". L'ospedale di Arco non può e non deve essere considerato di seconda scelta, in quanto si trova in un punto strategico del nostro territorio a servizio di una fetta importante della popolazione e del nostro turismo».
«Un'ospedale appena costruito - continua Giuliani - dovrebbe essere riqualificato con servizi di primo piano, che siano in grado di attirare anche parte della popolazione del Veneto e della Lombardia e quindi ridurre quel saldo negativo di migrazione della nostra popolazione verso ospedali non trentini. La notizia di oggi non è sicuramente rassicurante per le sorti future del nostro ospedale. È indispensabile e opportuno creare un tavolo di concertazione tra i vari attori locali della sanità e della politica, che preveda una partecipazione alle scelte ma soprattutto che abbia una visione di sviluppo futuro della struttura. Comprendo che sono momenti duri per la nostra economia e finanza, ma non è in questa maniera che dobbiamo agire. L'asse ospedaliero Arco, Rovereto, Trento è indispensabile per coprire il territorio in maniera efficente ed efficace». 

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