Fisco, basta gli studi di settore Ma il nuovo sistema è un caos Allarme dei commercialisti

di Angelo Conte

I commercialisti alzano la voce contro i ritardi degli Isa, i nuovi indici con cui il governo gialloverde ha mandato in soffitta i vecchi studi di settore.

«Altro che semplificazione come aveva promesso il buon ministro Matteo Salvini. Qui siamo nel caos totale» spiega Pasquale Mazza, presidente dei Commercialisti trentini. Le ragioni sono semplici: il software con i nuovi algoritmi per il calcolo della pagella di congruenza tra ricavi e attività dichiarata dalle partite Iva sotto i 5 milioni di euro di fatturato sono arrivati il 10 giugno, praticamente ieri.

Ma gli aggiornamenti delle case di software sui programmi da far arrivare ai professionisti per calcolare in pratica quanto le imprese devono al fisco non ci sono ancora. «Siamo tutti bloccati ? aggiunge Mazza ? e non abbiamo quindi la possibilità di fare il versamento nei tempi previsti, anche se è arrivata la proroga al 22 luglio per la prima rata. Per questo chiediamo al governo di adottare un provvedimento per far sì che per quest'anno gli Isa siano solamente una possibilità e che vengano applicati in maniera ufficiale sul calcolo delle imposte da versare per il prossimo anno fiscale».

A dicembre dell'anno scorso nell'assemblea dell'anno scorso dei presidenti degli ordini il parlamentare della Lega Gusmeroli sull'Isa ha detto alcune cose tra cui il fatto che «abbiamo introdotto gli Isa ma dovrete fare lo stesso lavoro di prima. Qualche mese fa, tra l'altro, io avevo già dato una intervista assieme a Zago e al giornalista avevo dimostrato che in realtà tra i precedenti studi di settore e gli Isa attuali non ci sono grandi cambiamenti. L'unica cosa che cambia è stato il nome, ma dal punto di vista del lavoro nostro e dei contribuenti non è cambiato nulla» aggiunge Mazza.

Per quanto riguarda l'esito della verifica, rispetto a prima, ora invece dell'analisi sul fatto che una dichiarazione sia congrua o meno rispetto a ricavi dichiarati, viene introdotta una sorta di pagella fiscale. «In pratica coloro che prendono dall'8 al 10 sono considerati affidabili. Coloro che sono tra 8 e 5 sono meno affidabili, chi è sotto il 5 è considerato completamente inaffidabile» sottolinea Mazza.

Resta incerta ancora la modalità di uso della pagella, per fare una verifica e dire che devo compliare i dati come prima: «In termini di semplificazione non è cambiato nulla, e il buon Salvini sbandierava questa come la cosa che doveva liberare i professionisti e le imprese dagli oneri degli studi di settore. Cosa i nuovi esiti degli Isa significhino per i contribuenti rispetto alle verifiche dell'Agenzia delle entrate ancora non si sa. Oggi noi non possiamo analizzare i risultati dell´applicazione degli Isa rispetto agli studi di settore, non so dire se il contribuente sia affidabile o inaffidabile.

Perché senza software siamo davvero in braghe di tela. Non vogliamo neppure chiedere una proroga fino a ottobre, sennò non ci togliamo di torno le dichiarazioni fino a fine anno, l'unica soluzione è dire che i dati per gli Isa che inserite non servono per la verifica e di controllo fiscale. In questo modo ottengono il risultato che la gente paga il prima possibile a giugno e non a ottobre e questo porta in anticipo le entrate nel bilancio dello Stato. Tra l'altro lo Stato rischia la procedura di infrazione Ue e le tasse in entrata sono ancora più importanti. Altro risultato che ottengono è quello che si riducono gli oneri e i problemi per i commercialisti e i contribuenti. Poi a ottobre compileremo gli Isa per dare loro le informazioni necessarie per avere sotto occhio la situazione delle imprese» conclude Mazza.

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