Gli 80 euro di Renzi da bonus a detrazione In 100mila rischiano di perderli

di Angelo Conte

La volontà del governo nazionale di trasformare gli 80 euro da bonus (ossia soldi erogati in busta paga) a detrazione preoccupa una buona fetta degli oltre 100.000 contribuenti trentini che mediamente ricevono il beneficio annualmente (139.000 ne hanno diritto in linea teorica, poi 26.000 circa lo restituiscono perché all’atto della dichiarazione dei redditi non rispettano i criteri).

Se diventasse una detrazione da 960 euro potrebbe essere in parte persa, spiega ad esempio Maurizio Postal, perché andrebbe a sommarsi con altre detrazioni fino a superare la quota massima di sconto fiscale (la detrazione di fatto questo è) che può essere utilizzata da parte del contribuente. A essere interessati, secondo Anna Ropele del Caf della Uil, saranno in particolare le persone che godono di detrazioni da lavoro dipendente e altre detrazioni. Il timore, affermano dal Caf della Uil, è che ci possa essere uno sforamento del massimo di detrazioni che possono essere utilizzate, con il rischio di perdere una quota o tutto il bonus da 960 euro.

«Senza una normativa particolare, una potrebbe perderla. Se la mette dentro come una detrazione normale da lavoratore dipendente, e non c’è capienza, la perde» spiega Ropele.

Oggi come funziona? Se un dipendente pubblico o privato oggi ha un reddito inferiore a 24.000 euro circa, ottiene 960 euro versati al dipendente dal datore di lavoro e se ci sono altre detrazioni questo non influisce sull’ottenimento degli 80 euro.

In prospettiva, invece, spiega Ropele, i 960 euro se trasformati in detrazione si sommeranno a quelle presenti sul lavoro dipendente e sui figli e rischiano di superare la quota massima di detrazioni possibili.
In base alle prime valutazioni, a essere a rischio «non sono tanto i redditi attorno ai 15.000 euro, ma chi ha un reddito più basso» afferma Ropele. Ma poi molto «dipende anche da quanti figli a carico si hanno oltre a quelle sul lavoro dipendente: tutte assieme fanno la detrazione complessiva di cui si ha diritto rispetto all’Irpef. Ma se gli 80 euro verranno valutati come detrazione semplice, simili alle altre già presenti, se si va oltre la capienza massima, non si recupera» sottolinea Ropele.

Sarà decisiva la modalità con cui il governo definirà la nuova agevolazione fiscale relativa agli 80 euro. «Se invece Roma dirà che quella detrazione c’è anche se si sfora la capienza, allora diventerebbe un credito di imposta e non ci sarebbero problemi per il lavoratore a riceverla come adesso, altrimenti sarà un nodo da sciogliere a livello normativo».

La questione, come detto, riguarderà soprattutto i redditi più bassi, da 8.001 euro a 12.000 euro circa, se la detrazione si aggiungerà a quelle esistenti e saturerà, quindi, la tassazione Irpef dovuta.
Già oggi, in realtà, c’è comunque una quota di chi percepisce il bonus Renzi durante l’anno che è chiamato a restituirlo all’atto della dichiarazione dei redditi. Si tratta, ad esempio, di coloro che durante l’anno superano il limite di reddito massimo per poterlo ricevere, ossia i 26.000 euro lordi. In Trentino nel 2018, i contribuenti che hanno dovuto ridare indietro il bonus Renzi, per una quota pari a 250 euro medi ciascuno, sono stati 26.354 per un totale di 6,567 milioni di euro sui 104 milioni di euro che erano stati erogati durante l’anno a 139.000 contribuenti trentini. Il meccanismo, tra l’altro, già oggi prevede che il bonus spetti a chi ha una imposta Irpef superiore alle detrazioni da lavoro dipendente.

Se domani il bonus Renzi diventerà una detrazione sommandosi a quelle già esistenti, porterà a zero per un numero maggiore di persone le imposte da pagare e quindi le taglierà fuori da una parte o da tutti i 960 euro massimi fruibili in questa fase da parte del dipendente privato o pubblico. Il timore è che, alla fine, tra taglio delle detrazioni nel loro complesso (si stima 40-50 milioni di euro su base provinciale) e trasformazione degli 80 euro da bonus a taglio della tassazione Irpef, la tassazione sui redditi bassi, nonostante una flat tax al 15%, possa aumentare.

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