Il Poli sottrae la carne trentina al Sait Il consorzio taglia i prezzi Gli allevatori passano alla concorrenza

di Francesco Terreri

Poli sottrae al Sait la carne fresca trentina con tracciabilità certificata. Il consorzio della cooperazione di consumo ha infatti via via peggiorato le condizioni a cui acquistava il prodotto dalla Federazione Allevatori, fino a proporre un taglio dei prezzi vicino al 10%. A quel punto gli allevatori guidati da Mauro Fezzi , ieri confermato alla guida della categoria (vedi sotto), non accettano più. Federcoop tenta la mediazione. Al tavolo con Sait e allevatori, la presidente Marina Mattarei propone di accollarsi la riduzione del prezzo per un terzo ciascuno. Intanto però arriva l'offerta migliore della catena trentina concorrente e gli allevatori la preferiscono. Mattarei tenta l'ultima carta: lasciamo la porta aperta almeno per le Famiglie cooperative. Per noi la cosa è possibile, dice Fezzi, sempre che Sait non abbia da ridire.

La vicenda è emersa ieri durante l'assemblea della Federazione Provinciale Allevatori. «Il settore della commercializzazione della carne di qualità - afferma Fezzi nella sua relazione - ha visto nel 2018 chiudersi il rapporto ultradecennale di collaborazione con il Sait che ha deciso di percorrere altre strade e ciò ci ha costretto, dopo aver conferito a partire da luglio 2018 tutti i capi in esubero comprese le scottone attraverso Inalca (gruppo Cremonini ndr ) quindi verso il mercato nazionale, a ricercare un accordo con un soggetto della grande distribuzione trentina che proprio in queste ultime settimane sta prendendo avvio».

L'accordo con Sait, spiega Fezzi a margine dell'assemblea, risale all'epoca in cui scoppiarono i casi di "mucca pazza" e si diede vita alla fornitura di carne di filiera certificata. Senonché la ristrutturazione e la revisione del rapporto con i fornitori da parte del consorzio guidato da Renato Dalpalù e Luca Picciarelli portano prima a cancellare il premio annuo di 30 mila euro assicurato alla Federazione allevatori, poi a ridurre dal giugno scorso il prezzo di acquisto della carne, che si aggira sui 5 euro e mezzo al chilo, di 23 centesimi. Quando però la centrale della cooperazione di consumo propone una nuova riduzione di 45 centesimi, gli allevatori non ci stanno più.

«Vi esprimo la mia frustrazione da presidente della Cooperazione per non essere riusciti a rilanciare il progetto intercooperativo sulla carne» dice Mattarei agli allevatori nel suo intervento in assemblea. «La Federazione Trentina della Cooperazione ha provato a ricomporre un ragionamento, ma ragioni non solo commerciali hanno impedito di proseguire il progetto. Lasciamo aperta però alle Famiglie cooperative la possibilità di farlo, se lo desiderano».

«Con alcune Famiglie coop stiamo discutendo - precisa Fezzi - Noi facciamo la lavorazione della carne e la forniamo alle cooperative. Che però dovranno vedere se il Sait è d'accordo».

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