Rurale, lettera ai soci contro la fusione Lavis, opposizione al progetto con Trento

Esce allo scoperto l'opposizione al progetto di fusione fra la Cassa Rurale Lavis Mezzocorona Valle di Cembra e la Cassa Rurale di Trento. Agli oltre 6.000 soci di Lavis è arrivata ieri la lettera firmata da un consigliere di amministrazione uscente, Diego Paolazzi , e tre soci che si propongono per il cda nella prossima assemblea del 3 maggio (ore 18 al Palarotari), Mariagrazia Odorizzi , Marco Facchinelli e Luca Zanon . I quattro, sostenuti da altri soci, contestano la fretta con cui si è decisa la fusione, sostengono che si tratterebbe di un assorbimento di Lavis in Trento col rischio di perdere la vicinanza al territorio e chiedono più tempo per valutare eventuali altre soluzioni. 

Paolazzi è uno dei due consiglieri, su 6, che in cda ha votato contro il progetto di fusione presentato dal presidente Ermanno Villotti . Il consiglio della Rurale di Lavis dovrebbe essere composto da 8 membri, ma di recente ne ha persi due: Dario Piffer , prematuramente scomparso, e Claudio Bezzi , per impegni di lavoro. Di conseguenza nella prossima assemblea si voterà non solo per il consueto rinnovo parziale di tre consiglieri, ma anche per i due da sostituire. I tre in scadenza, Paolazzi, la vicepresidente Chiara De Vescovi e Diego Filippozzi , si ricandidano. In base ai patti della precedente fusione tra Lavis e Mezzocorona, verranno eletti 4 candidati per la ex base sociale di Lavis e uno per la ex base sociale di Mezzocorona. 

«Il tema delle fusioni e della nascita del gruppo bancario ha caratterizzato questi ultimi anni - scrivono i quattro nella lettera ai soci - Anche la nostra Cassa ha realizzato un percorso importante e positivo in questa direzione». Percorso che sarebbe stato riconosciuto anche dalla Banca d'Italia in un recente incontro. «Oggi, per merito delle scelte fatte dal consiglio e condivise con i soci, la nostra Cassa è una realtà bancaria solida, efficiente e organizzata, capace di generare reddito. Riteniamo quindi che i futuri ulteriori miglioramenti che la Cassa è in grado di realizzare debbano mettere al centro i soci, i clienti, le comunità servite, recuperando il più possibile il senso di appartenenza della base sociale». 

Invece quello che si sta delineando «è la fusione per incorporazione della nostra Cassa con la Cassa Rurale di Trento», tre volte più grande con 18 mila soci, che assorbirà Lavis. Il nome della nuova Rurale sarà diverso da quelli attuali, ma per i critici è solo un fatto formale. «La fusione con Trento - sottolineano - creerebbe una banca più grande nei numeri, ma meno efficiente e meno vicina ai soci».
Per i quattro, una scelta così radicale dovrebbe essere fatta dopo una valutazione attenta, «non dettata da un'incomprensibile fretta». Da qui la proposta di prendersi tempo per valutare altre possibilità, prima fra tutti l'aggregazione con la vicina Rurale Rotaliana e Giovo.

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