Crisi e appalti, 150 lavoratori in bilico In Trentino a gennaio -5,5% assunzioni

di Francesco Terreri

Sono circa 150 i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso o rischiano di perdere il posto di lavoro nelle crisi aziendali e nei cambi di appalto. Dal capoluogo a Rovereto, da Nago a San Michele all'Adige, il rallentamento dell'economia e le deboli garanzie di continuità occupazionale previste negli appalti pubblici e privati riaprono una stagione di licenziamenti che sembrava alle spalle. 

Sui 54 lavoratori del portierato dell'Università che rischiano di non passare al nuovo aggiudicatario dell'appalto, la Provincia rassicura ma il sindacato rimarca che la procedura di licenziamento è già partita. Caso analogo per i 4 delle pulizie del superstore, ora Interspar, di Rovereto. I 30 dipendenti del Mercatone Uno di San Michele sono di fronte alla richiesta di concordato del nuovo proprietario Shernon Holding. I 31 licenziati della Nuova Pulisprint di Nago e i 26 della Glas Vetro Alpin di Trento ieri erano a manifestare davanti al palazzo della Regione. 

Il trend negativo è confermato dai dati dell'Agenzia del Lavoro. A gennaio le assunzioni in Trentino sono state 10.235 con un calo del 5,5%, cioè 599 in meno del corrispondente mese del 2018, che invece aveva visto un netto incremento sull'anno precedente. Le cessazioni dal lavoro sono 9.280. Il saldo occupazionale quindi è positivo per 955 unità, grazie al lavoro stagionale nel turismo, ma inferiore di 294 posti rispetto al gennaio 2018. Unica nota positiva, l'aumento del 47% delle assunzioni stabili, che salgono al 17% del totale. «È difficile non legare il forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato agli effetti del decreto dignità» osserva l'Agenzia del Lavoro.

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