Vino trentino, gli Usa sono il primo mercato Negli States 180 milioni di euro su 355

Il Trentino del vino si presenta oggi al Vinitaly, dedicato ai mercati dell'est, in particolare con un focus sulla Cina, con dati sull'export in chiaroscuro. Ma con la speranza di poter aumentare le quote verso l'estero grazie a una migliore organizzazione e a prodotti più sostenibili e di maggior qualità.
A Verona, infatti, il settore enologico provinciale arriva con 83 aziende, divise come accade da anni tra quelle organizzate dal Consorzio vini del Trentino (61) e dalla Fivi (Federazione dei vignaioli indipendenti). E con una capacità di esportare che è ferma da alcuni anni attorno ai 350 milioni di euro.
Nel 2017, secondo i dati del Consorzio vini del Trentino, l'export delle aziende provinciali è arrivato a toccare quota 355 milioni di euro, pari in quantità a 1,335 milioni di ettolitri.
E negli ultimi quattro anni monitorati dal Consorzio vini del Trentino, dal 2014 al 2017 compresi, si nota come gli Stati Uniti siano la destinazione più importante per le imprese enologiche provinciali. Gli States assorbono il 51% del valore totale dell'export trentino nel 2017, pari a 180,2 milioni di euro e restano il primo mercato di destinazione delle bottiglie in partenza dal nostro territorio (ovviamente non tutte con prodotto solo trentino). Il secondo mercato per valore è il Regno Unito che nel 2017 ha assorbito oltre 50 milioni di euro di export enologico, mentre il terzo mercato è la Germania (44,7 milioni di euro).
La Cina fa segnare un sempre maggior interesse per i vini provenienti dal Trentino, e si issa al 15° posto come mercato di destinazione dei prodotti provinciali. Con una corsa che tra 2015 e 2017 ha visto triplicare quantità e il valore esportato, benché i numeri restino modesti. In Cina nel 2017 sono andati 6.733 ettolitri (negli Usa sono 573.000 circa, quasi 100 volte tanto) per un valore di 2,43 milioni di euro (2.296 ettolitri e 980.000 euro nel 2015).
Se si guarda invece alla produzione trentina, la superficie vitata ammonta a 10.270 ettari, tutti in coltura specializzata e tutti coltivati con vitigni per la produzione di uva da vino, di cui il 14% oltre i 500 metri di altitudine. La forma di allevamento prevalente è rappresentata dalla tradizionale «pergola trentina» (circa 75%) mentre le forme di allevamento a parete verticale (Guyot, spalliera, eccetera) interessano il 25% circa della superficie coltivata. I vini autoctoni coprono quote ridotte della superficie vitata. Le due principali uve coltivate sono il Pinot grigio con 2.891 ettari e lo Chardonnay con 2.751 ettari. I due vigneti coprono oltre il 53% del totale.
Se guardiamo ai vini autoctoni, tra i bianchi, ad esempio, il Nosiola copre solo 63 ettari, tra i rossi il Teroldego 634 ettari. La produzione 2018 è stata pari a 1,3 milioni di quintali di uve.


VINITALY AL VIA

Sono 83 le aziende trentine che da oggi a mercoledì si presentano a Vinitaly, presso gli spazi di VeronaFiere. Di queste 61 sono organizzate dal Consorzio vini del Trentino, una quota dalla Fivi, la Federazione dei vignaioli indipendenti.
Mostra con 4.600 espositori.
Sono 4.600 espositori da 35 nazioni su 100 mila metri quadrati netti espositivi. Gli operatori professionali presenti nell'ultima edizione sono stati 128 mila di cui 32 mila top buyer esteri provenienti da 143 paesi.
Orari e prezzi.
Il Vinitaly è aperto dalle 9.30 alle 18, da oggi a martedì l'ingresso è consentito fino alle 17, mercoledì fino alle 16. Il biglietto giornaliero costa 85 euro, l'abbonamento (4 ingressi) 150 euro.

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