Presidenza Fondazione Caritro Anche Diego Schelfi in corsa

di Francesco Terreri

La corsa per la successione a Michele Iori alla presidenza della Fondazione Caritro vede in campo nomi eccellenti. Tra i curriculum presentati per il rinnovo del consiglio di gestione c’è quello dell’ex presidente della Cooperazione trentina Diego Schelfi. Un’altra candidatura di rilievo è quella dell’avvocato Marco Radice, attuale presidente del consiglio di sorveglianza di Unicredit Bank Russia, carica che potrebbe dar luogo a qualche problema di incompatibilità in base allo statuto. La Fondazione che Iori lascia in eredità chiude per il quinto anno consecutivo i conti con un avanzo di gestione superiore ai 10 milioni di euro, non lontano dal risultato del 2017 che si era attestato a 14,4 milioni.

Nel giro di qualche settimana il comitato di indirizzo della Fondazione, presieduto da Elena Tonezzer, selezionerà i nuovi componenti del consiglio di gestione tra i circa 50 nomi che hanno presentato la candidatura e il collegio dei sindaci tra gli oltre 40 candidati, in tutto quasi 100 curriculum presentati. Il consiglio uscente è presieduto da Iori, che non si può ricandidare avendo raggiunto il limite dei due mandati, e comprende Claudio Cainelli, Mauro Bondi, Sivia Decarli e Carlo Moser. Dell’avvocato Bondi, che si è ricandidato, si parla come di un possibile nuovo presidente in continuità con l’impostazione di Iori. Ma ci sono, appunto, altri nomi di rilievo da vagliare. In ballo c’è la linea che si è affermata in Fondazione negli ultimi anni.



La gestione Iori ha portato la Fondazione Caritro a sganciarsi da operazioni immobiliari e finanziarie che si erano rivelate insostenibili, reimpostando la strategia di investimento. L’ente di via Calepina punta oggi, oltre che su formazione e ricerca, sul nuovo welfare, soprattutto attraverso l’impostazione di rete del cosiddetto “welfare generativo”, quello cioè che attiva e valorizza le energie della società civile, e sugli investimenti nelle piccole imprese. In questo campo il colpo grosso è stata la scalata a Mittel, in partnership col gruppo Stocchi, che ha portato Iori alla presidenza della storica finanziaria milanese quotata in Borsa.

Il cda di Mittel approverà dopodomani, venerdì, il bilancio 2018 che vede il rilancio della finanziaria come holding di partecipazioni in piccole e medie imprese dinamiche. La ridefinizione della strategia di investimento ha, d’altro canto, migliorato i conti della Fondazione che, dopo la perdita del 2012, ha inanellato sei anni di risultati positivi, di cui cinque con avanzo di gestione superiore ai 10 milioni. Per il 2018 l’avanzo dovrebbe essere vicino ai 14 milioni dell’anno prima, nonostante le svalutazioni delle partite immobiliari del passato. Il patrimonio della Fondazione sfiora così i 400 milioni.

Tra le nuove iniziative, c’è quella annunciata ieri. Fondazione Caritro ha deciso di sottoscrivere il fondo Dea Endowment Fund assieme ad altre fondazioni di origine bancaria come Cariverona e Carima (Macerata), con la finalità di diversificare i propri investimenti. Il progetto prevede l’istituzione di un fondo di investimento alternativo mobiliare riservato con una dotazione iniziale di 75 milioni, gestito dal team di Dea Capital Alternative Funds sgr, gruppo De Agostini, che fa capo a Paolo Garraffo. Il fondo investirà in private equity, cioè in capitale di rischio delle imprese, private debt, come bond e minibond, e infrastrutture. Il focus geografico sarà prevalentemente internazionale, in particolare Europa e Stati Uniti. Altre Fondazioni hanno già manifestato interesse a partecipare al fondo.

«Fondazione Caritro da sempre ha attivato politiche di investimento nel private equity al fine di diversificare gli investimenti - dichiara il presidente Iori - Fondazione è convinta che una strategia di sistema con le altre Fondazioni bancarie sia una politica lungimirante per lo sviluppo dei nostri territori. In questo senso il rapporto che ci lega con gli amici di Cariverona ha visto concretizzarsi varie iniziative, anche nell’ambito erogativo».

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