L'A22 è al limite: stop ai veicoli in caso di emergenza

Oltre a ribadire la necessità di politiche concrete per spostare il traffico pesante dalla strada alla rotaia, i rappresentanti dell'Euregio riuniti a Bolzano nel pomeriggio di ieri hanno concordato un sistema di dosaggio del traffico per una maggiore sicurezza sull'autobrennero. "Si pensa - ha detto il governatore Arno Kompatscher - ad un sistema che permetta di stabilire un limite massimo d'accesso ai veicoli sull'A22. Qualora questo limite venisse superato, scatterebbe un blocco all'accesso che consentirebbe di immettersi in autostrada in modo cadenzato, al ritmo di un veicolo ogni due minuti. In tal caso non si formerebbero code e il traffico potrebbe scorrere, permettendo ai mezzi di soccorso di circolare. Il dosaggio dovrebbe avvenire già in pianura padana", ha chiarito Kompatscher.

La vice-presidente del Tirolo Ingrid Felipe ha aggiunto che "l'infrastruttura ha raggiunto i propri limiti". Il governatore trentino Maurizio Fugatti ha ribadito la necessità di una maggiore collaborazione tra i soggetti coinvolti.

Il vertice era convoicato per analizzare le criticità emerse dopo la grande nevicata fra Vipiteno e il Brennero che ha causato lo stop totale per quasi due giorni con migliaia di persone intrappolate sulle corsie. Un evento, era vstato detto, provocato soprattutto da persone che non hanno rispettato le regole di avere le catene a bordo ed i pneumatici antineve montati. Ma che ha proviocato molte reazioini, compresa quella del ministro alle Insfrastrutture Toninelli che ha inviato gli ispettori alla Autobrennero. 

Nel comunicato stampa finale non vi è però alcun accenno al problema dei blocchi dei Tir che l'Austria ha introdotto nei fine settimana e di notte. Secondo l'Ania, associazione italiana degli autotrasportatori artigiani, il blocco è resaponsabile degli incolonnamenti che si creano ogni weekend a sud del confine. Accusa respointa al mittente dal Tirolo, che nel caso della grande nevicata - ha ricordato - ha immediatamente reviocato il blocco per consentire lo snellimento del deflusso.

Sul tema, sono intervenute anche le Camere di Commercio del Nord Italia. «Se davvero l'obiettivo del Tirolo è di natura ambientale, una possibile soluzione è quanto si sta sperimentando con il progetto BrennerLec, ovvero la riduzione dinamica della velocità sia per i veicoli leggeri che per i veicoli pesanti, magari in particolari tratti ed in particolari giornate». È una delle prime risposte ai «divieti notturni» in vigore in Tirolo avanzate da Uniontrasporti. Un piano per la libera circolazione delle merci lungo il corridio Scaninavo-Mediterraneo elaborato per conto delle Camere di Commercio di Bolzano, Trento, Modena, e di Unioncamere di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. L'Austria è l'unico Paese dell'Arco alpino a differenziare il pedaggio diurno da quello notturno. «Si tratta di una norma "miope" che non considera le conseguenze negative del divieto. L'eliminazione del divieto notturno in Austria» per le Camere di commercio «potrebbe infatti contribuire a rendere ancora più fluido e sicuro il traffico ed eviterebbe il cumulo del traffico pesante con quello dei pendolari nelle prime ore della mattina». Nella visione strategica, su cui le Camere di commercio intendono sensibilizzare Province, Regioni e Governo centrale prima delle elezioni europee di maggio, si accenna al contesto economico («Il 70% dell'economia del nostro Paese passa attraverso le Alpi e il Brennero è fondamentale per le esportazioni») e a quello normativo europeo (gli articoli del Trattato sulla libera circolazione delle merci). Circa l' 86% dei traffici tra Italia e Paesi ScanMed avviene su strada e «solo» l' 8% su ferrovia: Una situazione molto vicina al "tuttostrada", in particola per le esportazioni verso Austria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia». Le 4 regioni del nord valgono circa il 37,5% dell'interscambio tra Italia e Paesi ScanMed: 42% di export, 33% di import. Il divieto settoriale già in vigore (rifuti, pietre, legname, veicoli...) vale oltre 44 miliardi di interscambio complessivo. Il valore economico dei 4 macro settori oggetto degli ulteriori divieti tirolesi, secondo le Camere di commercio, è quantificato in oltre 120 miliardi ( 60 di export, quasi 62 di import). E gli ulteriori divieti ipotizzati dall'1 ottobre 2019 (carte, cartone, cereali, etc.) peserebbe per 7,7 miliardi di interscambio. Il paradosso è che le conseguenze più negative sarebbero per l'Austria, il cui export verso l'Italia pesa di più. Dal confronto sui macrocosti del trasporto stradale, risulta che, tra gasolio e pedaggio, sui 432 km del Brennero si pagano 280,01 euro a veicolo (Iva esclusa) rispetto ai 470,3 del Frejus e ai 449,8 del Monte Bianco. Il problema è governare la transizione, perché «lungo il Brennero l'alternativa ferroviaria efficace e performante sarà attiva solo tra 10 anni». Nel frattempo, le politiche di limitazione al traffico su strada hanno «effetti negativi sul complesso dell'economia italiana». La proposta delle Camere di commercio è di arrivare a «norme condivise ed omogenee». Perché «i divieti non diminuiscono i trasporti, ma li rendono meno efficienti producendo costi e inquinamento aggiuntivi». Lo dimostrano i dati: «Le misure adottate da Svizzera e Austria hanno prodtto, dal 2004 al 2016, proventi per le cosiddette tasse di scopo pari a circa 25 miliardi di euro. A fronte di tale impegno condiviso da imprese e istituzioni, non solo dei Paesi interessati, ma di tutta l'Europa e oltre, si è assistito tra il 2000 e il 2016 ad una crescita del traffico stradale lungo la catena alpina di oltre il 25% , mentre quello ferroviario è aumentato di poco meno del 15% ». In ambito Euregio, è prioritario, oltre che «migliorare la linea ferroviaria esistente», «efficientare l'autostrada A22 del Brennero attraverso l'utilizzo della corsia di emergenza e, laddove consentito dalle condizioni topografiche, la realizzazione di una terza corsia autostradale»

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