Fallimenti: in Trentino nel 2018 ai minimi storici

I dati raccolti ed elaborati dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento e riferiti all’anno appena trascorso, evidenziano che le aperture di fallimento in provincia di Trento siano state 71, un valore in diminuzione rispetto al 2017, quando si erano registrati complessivamente 100 casi.

Nello specifico, l’indagine mette in luce che le imprese fallite sono risultate essere 9 attività individuali e 62 società e che dal punto di vista territoriale Trento risulta essere il comune con il maggior numero di casi (24), seguito da Rovereto (7) e Pergine Valsugana (4). Tre fallimenti ciascuno hanno interessato i comuni di Ala, Albiano e Mezzolombardo.

Considerando i singoli settori economici, l’edilizia rappresenta, anche nel 2018, il comparto maggiormente interessato dai fallimenti: le imprese di costruzione, gli impiantisti e le società immobiliari dichiarate fallite sono state 26, pari al 37% del totale delle procedure concorsuali considerate. Seguono il commercio con 15 fallimenti e il manifatturiero con 9 procedure fallimentari aperte in corso d’anno. Bar, alberghi e ristoranti hanno totalizzato complessivamente 8 procedure concorsuali, mentre altri comparti, come i trasporti (5), l’estrattivo (3) e altri settori (5) sono stati interessati più marginalmente.

Se si prende in esame la serie storica dei dati, riferita agli ultimi 15 anni, si nota che solo nel periodo compreso tra il 2013 e il 2017 i fallimenti in provincia di Trento si sono avvicinati o hanno superato la quota di cento casi all’anno, mentre in precedenza il dato rimaneva al di sotto di questa soglia con cifre che oscillavano tra i 30 e i 70 casi. Si può quindi affermare che nel 2018 il numero dei fallimenti è ritornato sui livelli precedenti la crisi economica.
Rispetto ai valori medi del quinquennio 2013-2017, nel 2018 la distribuzione percentuale dei fallimenti per settore ha evidenziato una moderata riduzione per quanto riguarda il comparto dell’edilizia-immobiliare – la cui incidenza è ora pari al 37%, rispetto a una media del 44% – mentre risulta solo leggermente inferiore nel settore manifatturiero (13% dei fallimenti nello scorso anno, rispetto ad una media del 15%) e in netto aumento se riferita al commercio (21% nel 2018 rispetto a una media del 16%). Cresce anche l’incidenza dei fallimenti di alberghi, bar e ristoranti (11% nel 2018 rispetto a una media del 7%) pur rappresentando un numero esiguo in termini assoluti.

«Il numero dei fallimenti del 2018, mai così contenuto da oltre un quinquennio – ha commentato Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – rappresenta un’ulteriore testimonianza che l’economia trentina ha superato ormai la fase più acuta della crisi e ha nuovamente intrapreso quel percorso di crescita che auspichiamo possa perdurare anche nel corso dell’anno appena iniziato. Seppur i numeri aggregati siano in miglioramento, ciò non toglie che anche un solo fallimento – e le conseguenze negative che esso comporta per molti degli stakeholder che ruotano attorno all’impresa in difficoltà, oltre che, ovviamente, per l’imprenditore stesso e la sua famiglia – deve essere oggetto di attenzione da parte sia del decisore pubblico sia del mondo del credito, affinché si possano attuare tutte le misure disponibili per scongiurarlo».

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