Cioccolato dolomitico made in Val di Sole

di Daniele Benfanti

Lavorare per produrre il «cibo degli dei» è privilegio di pochi. Parliamo del cioccolato, cibo preferito dalle divinità nella tradizione delle civiltà precolombiane di Maya e Aztechi. Il cacao è stato importato in Europa dopo la scoperta dell'America e in Italia, Francia, Belgio e Svizzera ha avuto culla d'elezione nell'arte pasticciera. La stessa parola «cioccolato» deriva da termini aztechi come «xoco», ovvero «amaro», e «atl», che significava «acqua». In Europa il cioccolato oltre che bevanda è diventato anche cibo solido. Il cioccolato non rientra nella tradizione gastronomica trentina ma c'è un imprenditore che, invece, sulla trasformazione delle preziose fave di cacao in «tavolette tentatrici» ha puntato molto. Il marchio è «Ciocomiti», fusione di «cioccolato» e «Dolomiti». 
Lui, l'imprenditore, si chiama Matteo Fedrizzi , ha 35 anni, è di Dimaro e dal 2003 al 2014 ha gestito il bar-gelateria di famiglia, che ha anche tre dipendenti, nella borgata solandra che è stata duramente colpita dal maltempo a fine ottobre. «Già in gelateria avevamo cominciato a dedicarci ad alcune preparazioni di cioccolato - racconta Fedrizzi - ma è solo dopo diversi corsi da "maître chocolatier" a Verona, Padova, Brescia e Milano che ho deciso di mettermi in proprio». Prima, un laboratorio di 90 metri quadri a Croviana. Dallo scorso giugno 500 metri quadri di laboratori nel compendio ex-Lowara di Malé, dove Trentino Sviluppo ha messo a disposizione locali produttivi e dato sostegno imprenditoriale per nuove idee d'impresa locali». E ieri è stato inaugurato lo showroom con spazio degustazione, e due finestre per vedere i progetti produttivi, proprio all'interno dell'ex stabilimento Lowara, la multinazionale di pompe idrauliche che fino al 2006 occupava cento addetti in valle. 
Matteo Fedrizzi possiede il 78% delle quote della società, e la compagine societaria è composta da altri tre investitori, di diverse età, che da fuori Trentino hanno creduto in questo business. La produzione di cioccolato in questo 2018 sfiora le 14 tonnellate. I dipendenti sono al momento nove, dato che Ciocomiti è presente al Mercatino di Natale di Trento (per il secondo anno: nel 2017 in Piazza Battisti, quest'anno in Piazza Fiera) e ieri sono stati inaugurati altri due punti vendita. Uno, stabile, a Madonna di Campiglio, nel centro della perla delle Dolomiti di Brenta, al posto dell'ex Casa del cioccolato. L'altro è un negozio temporaneo (temporary store), che per due mesi, fino a fine gennaio, troverà posto a «Scalo Milano», centro commerciale realizzato due anni fa a Locate Triulzi, quindici minuti dal centro di Milano. 
Ciocomiti ha intenti ambiziosi: «Puntiamo a diventare il cioccolato delle Dolomiti e di tutto il Trentino-Alto Adige» aggiunge Fedrizzi, che precisa i piani di crescita: «Entro il 2019 vorremmo arrivare a cinque punti vendita. Oltre a Malé e Madonna di Campiglio, anche Trento (sono in trattativa per uno spazio in centro storico), Bolzano e Verona. Ora siamo distribuiti da pasticcerie, botteghe di prodotti tipici, anche rifugi alpini». Le bontà che escono dalle temperatrici di Malé sono a base di cacao proveniente da Brasile, Perù e Venezuela: «Le temperatrici sono le macchine che permettono di sciogliere e dare consistenza al cioccolato - spiega Fedrizzi - e il segreto di un buon cioccolato sono l'alta qualità della materia prima e macchinari innovativi». Su entrambi i fronti Ciocomiti ha messo piuttosto in alto l'asticella: «Sul mercato ci sono semilavorati di cacao a due euro al chilo, ma un ottimo cacao arriva anche a trenta. E ci siamo dotati di speciali macchinari che ci permettono di realizzare cioccolatini con miele trentino e composte di frutta con frutti delle valli del Noce». 
Tavolette da 100 grammi, rettangolari, da 60, quadrate, «ciocomini» da 10 grammi, cioccolatini, creme spalmabili, biscotti a forma di albero natalizio ricoperti di cioccolato: il mondo a base di cioccolata che esce dal laboratorio di Malé è davvero variegato e può essere personalizzato nel packaging. Ma come negare che il cioccolato è nemico della bilancia? «Chiedete a un medico - risponde Fedrizzi - e vi dirà che 20-30 grammi al giorno di buon cioccolato fanno solo bene. Quando mangiarlo? Ci sono 24 ore a disposizione: colazione, snack durante la giornata, dopo-pasto insieme a un bel distillato trentino...».

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