Casa, ripartono gli acquisti In città è caro affitti: +5,5%

di Francesco Terreri

Riparte il mercato del mattone, trainato dalle agevolazioni per la prima casa, dai tassi dei mutui rimasti bassi nella prima parte dell’anno, da qualche segnale di ribasso dei prezzi. Che non riguarda però Trento città, dove salgono sia prezzi che affitti, mettendo a dura prova gli stipendi e i redditi più bassi. Nel primo semestre dell’anno in Trentino sono state stipulate 3.968 compravendite immobiliari, con un aumento del 9,7% rispetto all’analogo periodo del 2017. Di esse 3.823, cioè il 96%, sono acquisti residenziali, in crescita del 12,3%. Il valore stimato delle transazioni è di circa 470 milioni di euro.

Il quadro del settore immobiliare (e anche degli altri atti che richiedono il notaio) è contenuto nel nuovo rapporto sui dati statistici notarili reso noto ieri dal Consiglio nazionale del notariato. Il rapporto arriva al dettaglio regionale, mentre per i dati provinciali può essere integrato dalla nota trimestrale Istat su compravendite immobiliari e mutui, pubblicata la settimana scorsa. Prezzi e affitti, infine, oltre che dai notai e dall’Istat, sono rilevati da portali come Immobiliare.it e da agenzie come Solo Affitti.

Secondo il rapporto del notariato, in Trentino Alto Adige nel primo semestre gli atti di compravendita di tutti i tipi di immobili sono aumentati dell’11,5%, passando da 8.193 nei primi sei mesi 2017 a 9.132, cioè 856 ogni 100 mila abitanti, rispetto alla media nazionale di 732. Gli acquisti con agevolazione prima casa sono invece 2.694, l’11,3% in più dei 2.421 dell’anno scorso. Sono aumentate anche le donazioni di beni immobili: 3.247 +6,3%. I notai ricordano anche che le imposte sulle compravendite immobiliari, registro, ipotecaria e catastale, ammontano in regione a 4,9 milioni nel 2017.

Le compravendite immobiliari in provincia di Trento, secondo l’Istat, sono state 1.732 nel primo trimestre, in aumento del 6,4%, mentre l’accelerazione c’è stata nel secondo trimestre con 2.236 transazioni presso i notai, in crescita del 12,5%. Complessivamente nel semestre gli acquisti di abitazioni sono stati 418 in più dello stesso periodo 2017, passando da 3.405 a 3.823. Le compravendite di immobili ad uso economico, invece, sono in calo del 25%, scendendo da 187 a 139.
Il rapporto del notariato dà i valori medi delle transazioni a livello nazionale. Per i fabbricati, si passa dai 124.267 euro medi del primo semestre dell’anno scorso a 118.356 euro quest’anno, con un calo del 4,7%. In base a questi valori, si può stimare che il volume delle compravendite in provincia in sei mesi si aggiri sui 470 milioni, in aumento di almeno 20 milioni sul primo semestre 2017.

Gli acquisti di case sono sempre sostenuti dai mutui bancari, favoriti dai tassi di interesse ai minimi storici, che però hanno un andamento meno brillante delle compravendite. Secondo i notai, in regione i mutui con garanzia su beni immobili sono aumentati del 5,6% a 4.617. Secondo l’Istat, in Trentino siamo a 2.824 finanziamenti ipotecari, in calo del 6,2% su base annua. In valore, dice la Banca d’Italia, le nuove erogazioni alle famiglie per l’abitazione si attestano a 255 milioni -3,6%. Alcune discrepanze nei dati possono essere spiegate dal calo delle surroghe rispetto ai mutui nuovi. Ma nelle ultime settimane il quadro sta cambiando, con qualche segnale di rincaro nei tassi a seguito della bufera sullo spread.

I prezzi delle case mostrano segnali di discesa in provincia ma non in città. Secondo Immobiliare.it, a ottobre il prezzo medio di un alloggio in Trentino è pari a 2.253 euro al metro quadro, il 2,3% in meno di un anno prima. A Trento invece il costo medio a metro quadro è a 2.555 euro, in aumento del 2%. Univoco invece il rincaro degli affitti. In provincia siamo a 9,72 euro al metro quadro, 680 euro mensili per un appartamento di 70 metri quadri, +3,8% in un anno. Nel capoluogo invece si viaggia sui 10,77 euro al metro quadro, oltre 750 euro mensili per 70 metri quadri, in crescita del 5,5%. Solo Affitti conferma la crescita ma la stima al 3,2%. Secondo il segretario della Uil Walter Alotti, richiedono la casa in affitto «soprattutto giovani coppie senza figli, single e sempre più lavoratori in trasferta». Per i quali gli aumenti non sono una buona notizia.

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