Lavoro, frenata delle assunzioni Male agosto, crollo dell'industria

L’occupazione in agosto dà segnali di allarme in Trentino. Rallenta la dinamica di crescita delle assunzioni che salgono in agosto solo per l’eccezionale dinamica positiva dell’agricoltura (ripresasi dopo i disastri del meteo dell’anno scorso) e, soprattutto, avvia una inversione di tendenza nel settore dell’industria. Dopo sette mesi di ininterrotta crescita degli occupati rispetto ai mesi precendenti, arriva il segno negativo per lo stock di persone assunte. Un segno negativo che si conferma per il secondo mese anche nel commercio e servizi (dopo il primo segno negativo di luglio). Accanto a ciò, arriva anche, dopo 26 mesi di calo, il primo aumento da maggio 2016 per gli iscritti ai centri per l’impiego (chi cerca una occupazione) tornati sopra 31.000 persone. L’analisi è dell’Agenzia del lavoro.

Dai dati si nota come in agosto la domanda di lavoro delle imprese trentine «resta in aumento, ma analogamente al precedente mese di luglio e diversamente dal primo semestre dell’anno, la crescita è crollata Rispetto ad agosto 2017 le assunzioni crescono di 127 unità (+1,2%, contro il +1,7% di luglio e il +12,8% di gennaio-giugno). Un crollo se si pensa che nei primi sei mesi gli aumenti sono stati a doppia cifra: gennaio-marzo +16,8%, maggio e giugno ad esempio sono salite rispettivamente del 15 e del 18%, nei primi sei mesi (+12,8%). È solo l’agricoltura a determinare l’aumento (+616 assunzioni) e peraltro si tratta, dopo il forte calo delle assunzioni rilevato nell’agosto del 2016, di un “recupero” sui fabbisogni di due anni prima. Calano invece di 103 e 2,2% le assunzioni nel terziario (già diminuite nel precedente mese di luglio) e soprattutto, dopo sette mesi d’ininterrotta crescita, di 386 unità e del -20,5% quelle del secondario. La flessione in agosto nel secondario si deve peraltro al manifatturiero (-380 e -26,8%), perché nell’estrattivo le assunzioni sono calate di 15 e nelle costruzioni salite di nove».

Grazie al boom dei primi sei mesi, nei primi otto mesi del 2018 si contano 96.950 assunzioni e il bilancio resta molto positivo: sono 8.520 in più per un +9,6% rispetto a gennaio – agosto dell’anno prima. Anche il saldo occupazionale è positivo, con le assunzioni che superano le cessazioni lavorative per 7.715 unità e, però, nello stesso periodo del 2017 le prime superavano le seconde per 7.841 unità.

Per settore di attività, il 45% dell’aumento della domanda di lavoro delle imprese nei primi otto mesi dell’anno è imputabile al terziario, che registra 3.918 maggiori assunzioni per un +6,1%.
Tra i comparti si segnalano i pubblici esercizi-turismo, con 2.706 assunzioni in più rispetto al precedente anno (vantaggio accumulato non tanto nella stagione estiva ma in quella invernale). Il fabbisogno di personale è aumentato però di 278 unità anche nelle imprese del commercio, di 221 nel comparto dei servizi alle imprese e di 713 nelle rimanenti attività del terziario.

Il 37% dell’aumento delle assunzioni che si registra tra gennaio e agosto 2018 si deve invece all’agricoltura. In effetti, negli otto mesi del corrente anno le assunzioni in agricoltura sono cresciute di 3.173 unità e del +32%, ma come detto l’anno prima l’agricoltura aveva pagato le cattive condizioni atmosferiche. Il rimanente 17,8% dell’aumento delle assunzioni rispetto agli otto mesi del 2017 si registra, infine, nel secondario. Più nello specifico nel secondario le assunzioni sono aumentate per quasi cento unità nell’estrattivo, di 826 e del 19,5% nelle costruzioni e di 505 e +5,2% nel manifatturiero.

La dinamica lavorativa negli otto mesi del 2018 continua a essere migliore per gli uomini (+5.885 assunzioni e +2.635 quelle femminili) e in valori assoluti per gli italiani (+4.729 e +7,3%), mentre le assunzioni degli stranieri, che beneficiano della positiva dinamica in agricoltura, crescono di 3.791 e del +15,8%. Per tipologia d’inserimento al lavoro, l’81,5% delle maggiori assunzioni si determina con la modalità del tempo determinato, molto utilizzato per il lavoro di tipo stagionale (+6.948 rispetto agli otto mesi del 2017). Il tempo indeterminato registra 778 assunzioni in più per un +13,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno.

Il lavoro in forma «stabile» è cresciuto in termini relativi più della media degli altri rapporti di lavoro, e passa dal 6,4% delle assunzioni degli otto mesi del 2017 al 6,7% dello stesso periodo del 2018.


 

«Il rallentamento del mercato del lavoro in Trentino, evidenziato dagli ultimi dati di Agenzia del Lavoro, è un segnale da monitorare con la massima attenzione e desta preoccupazione. Se questa tendenza fosse confermata anche nei prossimi mesi non c’è dubbio che ci troveremmo di fronte ad un rallentamento più generale dell’economia». Lo dice il segretario generale della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli, commentando i dati amministrativi dell’Osservatorio di Agenzia relativi al mese di agosto.

Il mercato del lavoro, comunque, mostra ancora una soddisfacente tenuta: il rapporto tra assunzioni e cessazioni si mantiene positivo, anche se i nuovi assunti sono meno di un anno fa. La Cgil concentra l’attenzione soprattutto sull’incremento dei tempi indeterminati. «È vero che ci sono state minori assunzioni, ma rispetto ad un anno fa si è creato più lavoro stabile e più apprendistato. Per quanto ci riguarda è fondamentale che il lavoro cresca in quantità, ma anche in qualità. Dunque che sia stabile e non precario. Ed è per noi indispensabile che si investa in politiche attive del lavoro per gestire le fasi di transizione».

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