A22, no al blitz del governo Rivolta contro l'«esproprio»

di Angelo Conte

«Adesso che è arrivata la polpetta avvelenata dei 5 Stelle, in puro stile 5 Stelle, serve che Fugatti mostri la sua trentinità e non faccia andare ai ‘taliani la gestione dell’A22». Ugo Rossi, ex presidente della Provincia chiede un atto di coraggio al suo successore per evitare che «l’Autonomia trentina perda uno dei suoi pilastri, ovvero l’A22».

Sulla concessione «è gravissimo il voltafaccia del governo che vuole il controllo statale contrariamente a quanto invece sempre assicurato» continua Rossi, secondo il quale «è inaccettabile l’ipotesi di una governance ministeriale. Sarebbe come consegnare l’autostrada allo Stato e rinunciare così ad una gestione al servizio dei territori». Rossi invita il presidente Fugatti, «che finora è stato molto timido su questo, a farsi sentire con forza e dire senza se e senza ma che così non va bene. Così come ha già fatto il presidente Kompatscher. Anche tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione si facciano sentire».

La polpetta avvelenata cui fa riferimento Rossi è la decisione del ministero guidato da Danilo Toninelli dei 5 Stelle di mettere in campo un comitato di indirizzo con sei rappresentanti in cui, nel caso di decisioni che finiscano tre a tre (tanti i rappresentanti ciascuno per ministero e enti locali nella società concessionaria dell’A22), il voto del presidente del comitato conti doppio. In questo modo, secondo Rossi si dà in mano «ai ‘taliani la A22 e questo rischia di mandare a monte anni di investimenti e di risultati sulla sicurezza. Per me è una cosa che non ha senso. L’Autobrennero gestita da Roma sarebbe un disastro, basta guardare nel resto del Paese la gestione delle infrastrutture. Con la gestione da parte dell’Autonomia noi possiamo regolare il traffico e indirizzare gli investimenti» dice Rossi.

A Fugatti Rossi chiede «un intervento che non lasci minimo dubbio o incertezza: non ci si può certo rifugiare nel dire che ci si mette d’accordo con Zaia e Fedriga. Occorre tirare fuori gli artigli. Forza, caro presidente: tira fuori la trentinità. È una questione di primaria importanza, è uno dei pilastri della nostra Autonomia. Non vedo l’ora che si insedi il Consiglio provinciale per chiedere con delle mozioni un intervento in questa materia».

Kompatscher al Dolomiten di domenica aveva spiegato che la decisione del ministero di mantenere un controllo sulla gestione dell’A22 verrebbe vissuta come un «ricatto» e che non «avrà il nostro consenso». Ma contro la decisione del ministero, che riguarda tra l’altro anche l’A4 (Veneto) e le Autovie Venete (Friuli) è un altro ex numero uno di una regione autonoma coinvolta.

«Toninelli sulle concessioni autostradali fa un gioco pericoloso, che rischia di espropriare di fatto gli enti pubblici territoriali del controllo sulle infrastrutture e di allungare in modo imprevedibile i tempi per il rilascio del rinnovo delle concessioni in house per Autobrennero e di Autovie Venete» sottolinea infatsti la deputata del Pd ed ex governatrice del Friuli Debora Serracchiani proprio in merito a quanto riferito dal presidente della provincia di Bolzano Kompatscher sulla volontà di supremazia del governo per A22 e Autovie Venete.
 
«Sulla questione autostrada del Brennero siamo tutt’altro che fermi, anzi, è continua l’interlocuzione con il Governo ma anche fra i presidenti dei territori attraversati dall’A22» replica Fugatti, che ieri ha sentito in proposito i colleghi Fedriga, Zaia e Kompatscher. «Non entriamo nel merito della trattativa - aggiunge Fugatti - ma possiamo fin d’ora garantire che il lavoro impostato punta a garantire l’assoluta pariteticità dei rapporti fra lo Stato e le Regioni del Corridoio. Inoltre proprio oggi abbiamo richiesto un incontro urgente al ministro Toninelli di tutti i quattro presidenti delle Regioni per migliorare la soluzione finora adottata».

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