Guida Osterie 2019, da Slow Food 24 riconoscimenti a locali trentini

Sono cinque le «chiocciole» con cui Slow Food ha premiato altrettanti locali trentini nella guida «Osterie d’Italia» 2019, con altre trentatre segnalazioni per la cura nella proposta di particolari prodotti: otto le «chiocciole» per i formaggi, altrettante per la scelta dei vini e tre per l’olio extravergine di oliva, una novità, questa, introdotta per la prima volta nella guida.

A venire premiati sono state la Locanda delle Tre Chiavi (Isera), Boivin (nella foto) (Levico), Osteria storica Morelli (Pergine), Cant del Gal (San Martino di Castrozza), Nerina (Romeno), con i formaggi che hanno dato lustro, oltre a Tre Chiavi, Boivin, Osteria Morelli, Cant del Gal e Nerina, anche ai 2 Camini (Baselga di Piné), Miola (Predazzo) e Fuciade (Soraga).

Per le bottiglie, «chiocchiole» a Le Servite (Arco), Vecchia Sorni (Lavis), Il Libertino (Trento), oltre a Tre Chiavi, Boivin, Osteria Morelli, Nerina e Fuciade. L’olio «evo» ha spinto al top 2 Camini, Vecchia Sorni e Tre Chiavi, con il rinomato locale di Isera che ha centrato così il non facile en plein: segnalato in tutte le possibili categorie. Quattordici, invece, le «chiocciole» altoatesine, tra le quali spiccano quelle per Kürbishof di Anterivo, Alter Fausthof di Fiè allo Sciliar, Signaterhof al Renon, Lamm Mitterwirt di San Martino in Passiria, Waldruhe di Sesto Pusteria e Durnwald in val Casies.

La guida di Slow Food è arrivata alla sua 29ª edizione ed è curata da Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni. Sono 1.617 i locali segnalati in tutta Italia secondo criteri tesi a premiare un mix di caratteristiche indicate in sede di presentazione del volume: «Secondo Slow Food l’osteria dev’essere accogliente e conviviale, deve avere un buon rapporto qualità/prezzo, con gli osti che devono dimostrare di conoscere a fondo la materia prima che usano, lavorando prodotti di prossimità e sapendo proporre il vino, anche se è solo quello della casa. Un’osteria non deve avere menù degustazione, non deve scimmiottare il ristorante importante, deve saper essere moderna senza al contempo non rinnegare il passato. Non deve inseguire le mode, anzi spesso deve anticiparle e, last but not least, deve avere al suo interno dei bravi osti».

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