Ccb: Fracalossi e Sartori in corsa anche senza laurea

di Domenico Sartori

La Giunta provinciale ha approvato la richiesta di modifica dello statuto sociale di Cassa Centrale Banca - Credito Cooperativo del Nord Est spa. Un passaggio necessario, dopo l’autorizzazione di Bankitalia del 2 agosto, per la costituzione del Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca: la competenza sul credito è in capo alla Regione, ma delegata, dal 2004, alla Provincia di Trento che la esercita per gli istituti bancari che hanno sede legale in Trentino.

LE ULTIME TAPPE DEL GRUPPO

A questo punto, le tappe del percorso per l’avvio del nuovo gruppo nazionale del credito cooperativo (oltre 70 miliardi di attivi, 90 banche affiliate e 1.500 sportelli) è definito. Il nuovo statuto della capogruppo Ccb sarà posto in approvazione nell’assemblea straordinaria di dopodomani, convocata all’Hotel Melià di Milano. Poi, il passaggio nei cda delle Bcc affiliate (entro il 15 ottobre), chiamate ad approvare il contratto di coesione e la modifica del loro statuto per l’adesione al Gruppo Ccb. Ogni banca, quindi, convocherà entro il 25 novembre un’assemblea straordinaria per l’approvazione delle modifiche. A quel punto, a Bankitalia sarà chiesta la «licenza» per dare operatività al nuovo gruppo bancario dall’1 gennaio 2019. Le formalità non saranno però finite, perché il nuovo Gruppo Ccb dovrà convocare un’assemblea ordinaria per eleggere gli organi di governo.

I POTERI DELLA CAPOGRUPPO

Come chiarito e previsto dalle norme, la capogruppo eserciterà l’attività di direzione e coordinamento delle banche affiliate nel rispetto del contratto di coesione e dell’allegato accordo di garanzia, tenendo conto della «classificazione di rischio» di ogni associata. In caso di violazione delle «disposizioni vincolanti», le sanzioni (indicate nel nuovo statuto di Ccb) sono diverse, graduate per rilevanza e tra loro cumulabili: dal richiamo formale alla sospensione dell’assunzione di nuovi rischi, dal divieto di nuove operazioni alla restrizione delle attività e della rete territoriale, fino, nei casi più gravi, all’«esclusione dal Gruppo della Banca Affiliata inadempiente».

SARTORI ALLA GUIDA. PER ORA

Il progetto di governo societario del nuovo gruppo bancario - il settimo o ottavo a livello nazionale per masse amministrate, soggetto alla vigilanza della Banca centrale europea - prevede, come anticipato da l’Adige (30 settembre) un consiglio di amministrazione formato da 10 membri espressione delle Bcc, Casse Rurali e Raiffeisen aderenti, e da 5 indipendenti. Lo statuto assegna al cda la funzione di supervisione strategica e demanda la funzione di gestione al comitato esecutivo e all’amministratore delegato. Al presidente chiede in particolare di garantire «l’equilibrio di poteri rispetto all’amministratore delegato». Che è scelto tra i membri del cda ed è uno dei cinque membri del comitato esecutivo.

Saranno ancora Giorgio Fracalossi, attuale presidente di Ccb, e il direttore generale Mario Sartori ad avere, da gennaio, le leve del comando del nuovo gruppo bancario? Entrambi scontano un limite, nel loro corsus honorum: sono privi di laurea. Fracalossi, classe 1955, ha un diploma di ragioniere ed è iscritto all’Ordine dei commercialisti; Sartori, classe 1958, ha un diploma quadriennale di maestro elementare e una lunga carriera in istituti di credito locali: dalla Banca di Trento e Bolzano al vertice di Cassa Centrale Banca passando per la Cassa Rurale di Lavis e Valle di Cembra. È probabile che, dopo la vicenda di ChiantiBanca, caduta l’ipotesi della presidenza affidata all’economista ex Bce Lorenzo Bini Smaghi, Fracalossi possa puntare almeno ad una presidenza a termine, per la fase di avvio. E Sartori? Secondo il nuovo statuto, l’ad, oltre che lunga esperienza alle spalle, deve avere «vision», «elevato orientamento strategico», «autorevolezza ed elevate doti di leadership e capacità esecutive». Sono tutte doti che a Sartori sono riconosciute, perché può essere considerato il «padre» del nuovo gruppo. E quindi sarà probabilmente ad nel primo triennio, fino a fine 2021, perché la laurea se l’è conquistata sul campo e Bankitalia non avrà di che eccepire.

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