Dopo 20 anni Diego Cattoni lascia il gruppo Lunelli

di Francesco Terreri

È stato per vent’anni il manager di punta del gruppo Lunelli. Con la vecchia guardia, in particolare con Gino Lunelli a cui lo lega un rapporto di amicizia oltre che professionale, ha contribuito alla crescita del gruppo nel core business, lo spumante metodo classico e «l’eccellenza del bere italiano», accompagnando l’avvento della nuova generazione dei Lunelli. Ma ha anche lavorato, e molto, alla diversificazione degli investimenti del gruppo, dall’energia, all’industria, al real estate, trovandosi a guidare operazioni molto rilevanti di investitori trentini (e non) in Italia e all’estero, come quella a Berlino di cui parliamo a fianco. E ha avuto incarichi di rilievo nelle principali partecipazioni, da consigliere delegato di Ft Energia (La Finanziaria Trentina) a vicepresidente, fino a quest’anno, di Dolomiti Energia Holding. Ora, a quasi 53 anni (li compie il 13 settembre), Diego Cattoni lascia il gruppo delle bollicine per dedicarsi ad altre esperienze professionali.

Ha deciso lei di lasciare il gruppo Lunelli?
«Le confermo che da pochissimo ho dato convintamente le dimissioni da tutte le cariche del gruppo, in primo luogo amministratore delegato e direttore della holding Signal e poi presidente di varie società, dalla Toxon alla Teuto, nonché amministratore delegato di società partecipate estere. Dopo vent’anni vissuti con intensità particolare, considero concluso un ciclo aziendale. È il momento di nuovi stimoli. Sottolineo che tutto si è svolto in modo sereno».

Com’è cambiata l’azienda da quando nel 1999 ha assunto gli incarichi manageriali?
«Sono entrato quando c’era la vecchia generazione. Fin dal mio ingresso ho collaborato in particolare con Gino Lunelli. Con Gino è nato un rapporto di grande sintonia e familiarità, insieme abbiamo fatto grandi cose, tante volte ci siamo trovati insieme in Mozambico, in Malawi o in Sardegna. Professionalmente ho seguito la crescita del gruppo nel core business ma soprattutto nella diversificazione».

In che direzione avete diversificato gli investimenti?
«Abbiamo investito nel comparto energetico, indirettamente in Dolomiti Energia, di cui sono stato vicepresidente per nove anni. Abbiamo fatto la grossa acquisizione industriale della Coster Tecnologie Speciali di Calceranica, dove sono stato in cda per 15 anni. Poi abbiamo negoziato molte operazioni in Italia, anche alleati di altre famiglie di imprenditori come i Benetton, su aziende come Venini, Richard Ginori, Borsalino. Abbiamo investito in società dell’information technology del gruppo Tiscali e in progetti in Romania. Un’iniziativa la sottolineo con orgoglio perché è stata una mia idea: a seguito di un viaggio a Berlino dieci anni fa, abbiamo promosso un club deal di imprenditori per una grande operazione immobiliare e finanziaria che si è conclusa pochi mesi fa con pieno successo».

Lascia anche l’incarico di amministratore delegato di Aquila Basket?
«No di certo, lì c’entra la passione sportiva che c’è sempre».

Quali sono i suoi progetti per il futuro?
«A parte una breve vacanza, ho tantissima voglia di fare. Ci sono già alcuni contatti locali, nazionali e internazionali ma non ho ancora preso decisioni».


 

Investimenti internazionali

L’operazione è nata una decina di anni fa da un viaggio a Berlino di Diego Cattoni , manager del gruppo Lunelli, ora in uscita. L’idea fu di costituire un club deal, un’alleanza di imprenditori, prevalentemente trentini e altoatesini ma anche internazionali, per sviluppare una grossa operazione immobiliare e finanziaria in diverse zone della città. Il portafoglio di immobili fu acquistato da un gruppo quotato in Borsa a Tel Aviv, in Israele, e poi sviluppato. Il progetto di circa 100 milioni di euro ha dato i suoi frutti, gli asset sono stati tutti venduti a clienti internazionali degli Stati Uniti, Inghilterra, Paesi scandinavi e tedeschi. E gli utili sono arrivati: nel 2016 più di 18 milioni, seguiranno poi quelli del 2017 e 2018.

Nel 2008 viene fondata a Berlino Oikos Gmbh, che sarà guidata in questi anni come amministratori delegati da Cattoni e dal manager tedesco Udo Schuster . Il capitale sociale sottoscritto dagli investitori supera i 30 milioni. Sono della partita, tra gli altri, i Lunelli che, tra la Teuto srl e la Signal spa, raggiungono il 49,4% delle quote. Ma ci sono anche la Mafu srl di Giovanni Zobele col 12,3%, la Finargo dei Rangoni col 4,6%, l’altoatesina Sanssouci srl di Markus Baumgartner e altri investitori col 16,4%, le società lussemburghesi Tec sarl, riconducibile anche a Franco Zobele , col 6,2% e Lascaux sa, riconducibile a investitori internazionali, con l’11,1%.

Lo sviluppo del portafoglio di immobili berlinese trova clienti come Deutsche Post, Deutsche Telekom, Deutsche Bank, Amnesty International con la sede europea, la società di e-commerce nell’abbigliamento Zalando, la società delle carte di credito Visa, la società tedesca di consulenza strategica e aziendale Roland Berger. Visa e Roland Berger, in particolare, hanno creato nel complesso di Berlino-Kreuzberg un hub digitale in un progetto congiunto che mette insieme esperti e start-up per accelerare lo sviluppo delle innovazioni digitali.

La vendita e l’affitto degli immobili è stata completata pochi mesi fa. Nel bilancio 2016 di Oikos arriva il primo grosso risultato con 18 milioni di utile netto. Nel 2017 e 2018 Oikos conseguirà altri importanti utili.

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