Cassa Centrale diventa nazionale Nel gruppo 98 Bcc, utile di 13,4 mln

di Francesco Terreri

«Quando ho firmato è stato un momento emozionante» dice il presidente Giorgio Fracalossi (nella foto). Il grande passo è fatto: Cassa Centrale Banca ha inviato l’altra sera alla Banca d’Italia l’istanza per l’assunzione del ruolo di capogruppo del gruppo bancario cooperativo nazionale. La domanda è accompagnata da un enorme volume di documentazione. Il gruppo partirà il 1° gennaio 2019 e si collocherà tra i primi dieci in Italia, con 77 miliardi di euro di attivo, 7 miliardi di patrimonio, 1.600 sportelli, 11.000 dipendenti.


Tra i principali documenti presentati in Bankitalia, la delibera del 18 aprile del cda di Cassa Centrale sulla presentazione dell’istanza, l’elenco delle Casse rurali, Raiffeisen e banche di credito cooperativo aderenti, che oggi sono 98 ma con le prossime fusioni scenderanno sotto quota 90, il contratto di coesione tra capogruppo e singola Bcc, l’accordo di garanzia per il quale una parte del patrimonio delle Rurali garantisce l’intero gruppo.


Ci sono inoltre lo statuto di Ccb, il nuovo statuto delle banche affiliate, che verrà approvato in apposite assemblee straordinarie, l’attestazione della società di revisione Kpmg che il patrimonio netto di Cassa Centrale si attesta a 1 miliardo 73 milioni. Infine, ma non per importanza, il piano industriale, che contiene tra l’altro il programma di riduzione dei crediti deteriorati, e la lettera inviata alle Bcc aderenti all’altro gruppo, guidato da Iccrea, sul riacquisto delle quote di Cassa Centrale e delle banche del gruppo nella stessa Iccrea.


Iccrea, a sua volta, dovrebbe presentare l’istanza a breve, mentre Cassa Centrale Raiffeisen, che chiude i conti 2017 con un utile di 28,68 milioni, ha già presentato quella per il gruppo provinciale. Cassa Centrale Banca, dal canto suo, andrà in assemblea il 23 maggio con un bilancio che registra un utile netto di 13,4 milioni, di tutto rispetto ma inferiore a quello 2016 perché Ccb l’anno scorso si è accollata ben 21 milioni di costi del progetto del gruppo.


Ora la Banca d’Italia ha 120 giorni per dare la sua risposta, se non ci saranno slittamenti. Nei successivi 90 giorni dovranno tenersi le assemblee di Casse rurali e Bcc per la modifica dello statuto. «Il gruppo partirà col nuovo esercizio, il 1° gennaio 2019» afferma Fracalossi.


«È stato fatto un lavoro straordinario e stimolante per costituire un gruppo efficiente che compete sul mercato, andando oltre gli obblighi indicati dalla Vigilanza - sostiene il presidente - Dobbiamo poi rafforzare il presidio del territorio: banche efficienti che mantengano il supporto a servizio delle comunità».


Il piano di riduzione dei crediti deteriorati (npl: non performing loans) prevede di tagliarli di ben 6,5 miliardi in tre anni per arrivare ad un rapporto tra prestiti malati e crediti totali inferiore al 10%. Come ha spiegato al meeting di Bari il responsabile crediti di Cassa Centrale Fabrizio Berti, a fine 2017 i crediti malati del gruppo ammontano a 7,4 miliardi. In tre anni potrebbero arrivarne altri 3 miliardi. Il piano prevede di smaltirne 6,5 miliardi, di cui 4,1 con i recuperi e 2,4 con le cessioni, per scendere a 3,9 miliardi, l’8,6% degli impieghi.


Un’altra partita importante è la cessione delle quote in Iccrea, valore 250 milioni, sollecitata dalla stessa Bankitalia. «Il prezzo, pari a 52,80 euro per azione, è quello della fusione Iccrea Holding/Iccrea Banca - precisa Fracalossi - L’obiettivo è quello di venderle alle Bcc interessate entro il 2019».

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