Itas, clima «pre-elettorale» pesante «Pressioni sugli agenti per il voto»

di Francesco Terreri

Clima pesante nella «campagna elettorale» in corso per il rinnovo degli organi sociali di Itas Mutua. Agenti di varie parti d’Italia denunciano pressioni economiche e commerciali da parte dell’attuale vertice, il presidente Fabrizio Lorenz e soprattutto il vice Giuseppe Consoli, per influenzare il voto dei delegati e assicurare suffragi alla lista del consiglio uscente nell’assemblea di martedì prossimo 24 aprile. Ostacoli alla partecipazione a gare, operazioni bloccate all’ultimo momento, ispezioni a sorpresa. Naturalmente in casi in cui l’orientamento dei delegati è incerto o favorevole alla lista «alternativa» promossa da Andrea Girardi.

La lista Integritas di Girardi si è incontrata ieri sera per fare il punto della situazione. Tra gli esponenti della lista e i loro sostenitori c’è preoccupazione per il clima che si sta respirando tra agenti e delegati, quando invece sarebbe necessaria una discussione aperta sui contenuti.

Per Integritas, negli ultimi anni la gestione di Itas non è stata in linea con la reputazione della Mutua, che è sempre stata molto elevata e rispettata dai concorrenti, come osservano i manager candidati provenienti da altre compagnie. Non ci sono stati solo lo scandalo che ha coinvolto l’ex direttore generale Ermanno Grassi e i comportamenti dell’ex presidente Giovanni Di Benedetto.

C’è la difficile integrazione del ramo italiano della compagnia britannica Rsa, acquisita tre anni fa. Ma c’è soprattutto l’esigenza di far ripartire un motore oggi imballato, con grande attenzione alla rete degli agenti, al personale sotto pressione e al rinnovamento della governance, chiesto dalla stessa Vigilanza assicurativa.

Non contribuiscono ad una discussione aperta, però, le pressioni denunciate da vari agenti Itas, testimonianze attendibili che in alcuni casi parlano di senzazioni più che di certezze, ma che si moltiplicano in varie parti del Paese. Itas, lo ricordiamo, conta 458 agenzie, oltre 5.200 collaboratori e 240 broker in tutta Italia. Gli agenti hanno una certa influenza sull’elezione dei delegati, tanto che in assemblea è all’ordine del giorno la delibera sulle linee guida delle modifiche statutarie in materia di rappresentanza sociale e governo societario, anch’essa sollecitata dall’Ivass.

«Noi partecipiamo per conto della compagnia a gare di enti pubblici - raccolta un agente - Ultimamente però, dopo che il delegato della mia zona ha annunciato di sostenere la lista Girardi, le firme dalla sede centrale per partecipare alle gare arrivano in ritardo, facendoci perdere delle opportunità». Non si può essere certi che si tratti di una scelta voluta, ma l’impressione degli agenti è questa.

«Dovevamo concludere un accordo importante quando è arrivato lo stop improvviso e non motivato» spiega un altro agente. Anche in questo caso il delegato di zona aveva espresso una posizione non allineata con il centro. Ma ci sono anche casi più evidenti. «Ci arrivano esplicite e ripetute richieste dai vertici di convincere il nostro delegato a votare per la lista del presidente uscente. Io però non l’ho fatto, i delegati devono essere liberi di scegliere» afferma un altro agente. E un altro ancora: «Utilizzano leve di carattere commerciale perché influenziamo i delegati. Tutto questo non aiuta un clima di serenità».

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