Sait-Coop, mezzo miliardo Famiglie ok, giù i superstore

La cooperazione di consumo trentina ha fatturato l’anno scorso 501 milioni di euro al lordo Iva. Il volume complessivo è stabile ma vede andamenti differenziati. Le Famiglie cooperative crescono e, soprattutto, tornano in positivo con un utile consolidato vicino ai 2 milioni. I negozi gestiti da Sait vendono l’1,5% in più. I superstore di Trento e Rovereto invece sono ancora in calo. In questo quadro i sacrifici fatti, in primo luogo quelli dei lavoratori Sait, «sia i licenziati che chi è rimasto» sottolinea il presidente Renato Dalpalù , danno frutti. I conti sono risanati, alle coop socie arriverà il 71% di ristorni in più: 5,6 milioni.

«Da quando il 7 novembre 2016 abbiamo annunciato i 130 esuberi c’è stato un percorso complicato con una dialettica a momenti aspra con i sindacati - afferma Dalpalù alla presentazione del bilancio 2017 che arriverà in assemblea il 4 maggio - Con loro però abbiamo firmato quattro accordi, di cui tre con tutti. L’ultimo, quello sulla ricollocazione, prevede l’impegno nostro, della Federazione, della Provincia per ricollocare i licenziati entro 24 mesi, se il mercato del lavoro ci aiuta».

Ma i sacrifici, per Dalpalù, sono serviti. «Abbiamo risparmiato il 10,5% dei costi, pari a 4,4 milioni. Di essi, i risparmi sul personale sono meno della metà, 2,1 milioni, mentre il personale pesa sui costi per il 65%». I dipendenti del Sait in realtà sono scesi di circa 130 unità come previsto all’inizio, dagli oltre 600 di fine 2016 ai 480 di oggi, perché agli 80 licenziati si aggiungono una ventina in mobilità volontaria e altri usciti per scelta propria e non sostituiti.

«Grazie a questi risparmi abbiamo potuto trasferire maggiori risorse alle Famiglie cooperative» sottolinea Dalpalù. I ristorni e gli sconti incondizionati alle coop fanno un balzo del 71% da 3,3 a 5,65 milioni. Le risorse totali destinate a coop e consorzio crescono del 30% a 13,9 milioni. «Senza contare che durante l’anno abbiamo aumentato il margine alle Famiglie di 1,4 milioni» precisa il direttore generale Luca Picciarelli . «Nel triennio 2014-2016, le Famiglie erano complessivamente in rosso di 1,6 milioni. Quest’anno dovrebbero chiudere con un utile di circa 2 milioni».

«Nonostante l’uscita di tre Famiglie cooperative (Giudicarie, Carisolo e Pelugo che hanno aderito a Dao) e la chiusura del supermercato di Fiera di Primiero, si è registrata una tenuta delle vendite lorde di Sait, che ammontano a 329,5 milioni - spiega Picciarelli - In totale, le vendite lorde originate dal sistema Sait-Coop superano il mezzo miliardo di euro (501,7 milioni). L’utile è pari a 2 milioni, +124% sull’anno precedente. Tengono le quote di mercato. Se consideriamo tutti i canali distributivi, dai negozi più piccoli agli ipermercati, la quota del sistema Sait-Coop sfiora il 40% (39,43%), sale al 75,8% se si considerano solo i punti vendita fino a 400 metri quadri mentre scende al 31,6% se si considerano i supermercati con superficie superiore a 400 metri».

L’altro aspetto del risanamento Sait riguarda i debiti. «Alla chiusura dell’investimento sul nuovo magazzino, nel 2010, avevamo 104,3 milioni di indebitamento netto - rimarca Dalpalù - A fine 2017 siamo a 41,3 milioni, 9 in meno del 2016, in parte con le banche, con cui abbiamo rinegoziato i mutui, in parte con i soci». Picciarelli sottolinea che il rapporto tra posizione finanziaria netta (indebitamento netto) e Ebitda (margine lordo) è scesa da 10 a 3,3, indicando una buona capacità di rimborso dei debiti.

Il mercato però non sta fermo, arrivano nuovi concorrenti, sfumano le differenze tra supermercati e discount. «Per ora l’impatto di Aldi non c’è stato ma ci sarà - sostiene Picciarelli - Siamo molto soddisfatti di Missione Risparmio con cui trasferiamo convenienza al cliente finale. La manteniamo all’interno di nuove iniziative. Abbiamo invece ridimensionato le referenze dei Liberty (non alimentare), che erano troppe». La strategia prevede che Sait presidi Trento e Rovereto. «Fuori, risaniamo e riportiamo i negozi nelle Famiglie cooperative». E i superstore? «Rovereto è sfortunato, con 10 mila metri di negozi concorrenti in meno di un chilometro. Trento dà risultati migliori. C’è un dialogo aperto sul futuro con il partner Alleanza 3.0».

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