Corsa alla pensione anticipata: già 1.300 domande In Trentino molti hanno iniziato prima dei 19 anni

di Angelo Conte

Già mille trentini hanno fatto richiesta per la pensione per i lavoratori precoci, ossia per coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e che hanno maturato 41 anni di contributi. L'anno scorso sono arrivate all'Inps provinciale 717 nel 2017 e 286 nel primo mese e mezzo di quest'anno. In totale 1.003 domande contro le 260 per l'Ape sociale, per chi è espulso dal mondo del lavoro e ha 63 anni almeno, con un rapporto tra le due opzioni che è opposto a quello registrato a livello nazionale. Dove invece le domande social sono molte di più di quelle precoci. «Una dimostrazione - afferma Marco Zanotelli, direttore regionale dell'Inps - del fatto che qui in Trentino in tanti hanno iniziato a lavorare presto e soprattutto in maniera da avere i contributi regolarmente pagati». 

Invece le persone vicine alla pensione ma in difficoltà lavorativa sono meno e questo si nota appunto dalle domande sull'Ape social. Martedì poi è partita anche la possibilità di chiedere la cosiddetta Ape volontaria, ossia quella che prevede di andare in pensione con 43 mesi di anticipo e almeno 63 anni di età nel 2018 con una decurtazione dell'assegno previdenziale e contraendo di fatto un prestito bancario per compensare i mancati contributi. In Trentino, spiega Marco Zanotelli, «gli interessati dovrebbero essere alcune migliaia, almeno 3.000» mentre a livello italiano sono 300.000 gli aspiranti pensionati. Sono partite martedì le prime domande di certificazione all'Inps per accedere all'Ape volontaria, il «prestito finanziario con garanzia pensionistica» che consentirà a chi avrà almeno 63 anni nel 2018 (o almeno 63 anni e 5 mesi nel 2019) di uscire in anticipo dal lavoro.

L'Inps martedì ha diffuso la circolare che dà ufficialmente il via libera alle prime domande e ha presentato il simulatore sui costi del prestito che può orientare le scelte delle persone sulla convenienza dell'Ape, sugli importi da chiedere e sulla durata del prestito. Ecco in sintesi chi può chiedere l'Ape volontaria e quali saranno i costi della misura sperimentale valida fino al 2019. Ad aver diritto sono i nati entro il 1955 per il 2018, entro 31 luglio 1956 per il 2019. Possono, difatti, chiedere l'Ape i lavoratori con almeno 63 anni e siano distanti non oltre 3 anni e sette mesi dalla pensione di vecchiaia purché abbiano maturato almeno 20 anni di contributi. Il requisito anagrafico minimo sale a 63 anni e cinque mesi nel 2019 dato che cresce di cinque mesi l'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia (arrivando a 67 anni). La pensione certificata dall'Inps al netto della rata di ammortamento corrispondente all'Ape richiesta, deve essere pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo (quindi nel 2018 a 710,388 euro al mese). Non possono ottenere l'Ape coloro che hanno già maturato il diritto alla pensione. L'Inps certifica diritto ad ape e comunica importo minimo e massimo ottenibile: il minimo che si può ottenere è 150 euro mensili per sei mesi. L'importo massimo non può superare il 75% del trattamento pensionistico mensile nel caso l'erogazione dell'Ape richiesta sia superiore a tre anni; l'80% se la durata del prestito è tra i 24 e i 36 mesi, l'85% se la durata è tra 12 e 24 mesi e il 90% se è inferiore a 12 mesi. Il prestito viene erogato su 12 rate mensili, senza tredicesima.

Il prestito si restituisce in 20 anni con una decurtazione della pensione: le rate sono mensili ed è esclusa la tredicesima che quindi non ha la decurtazione. Si sceglie l'istituto finanziatore del prestito e l'assicurazione contro il rischio di premorienza e si fa domanda di Ape contestualmente alla richiesta per la pensione di vecchiaia.

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