Cooperazione, 116 licenziati al Sait Rottura al tavolo della trattativa

di Francesco Terreri

Rottura al tavolo della trattativa sui 116 licenziamenti Sait che, a detta dei sindacati, ora sono più vicini. Il confronto tra azienda e organizzazioni sindacali si è avvitato sulle pregiudiziali. Sait chiede di accettare la deroga ai criteri sulla mobilità e solo dopo è disposta a discutere di «sensibili» riduzioni degli esuberi.

Fisascat Cisl e Uiltucs accettano di entrare nel merito dei criteri, pur bocciandone alcuni. La Filcams Cgil chiede di vedere l'intero pacchetto prima di trattare sulla deroga. La palla passa ora al Servizio lavoro della Provincia che convocherà le parti dopo aver ricevuto dal Consorzio la comunicazione del mancato accordo.

Non era previsto che la Filcams partecipasse all'incontro di lunedì. Ma i suoi delegati aziendali volevano esserci e così in mattinata si è svolto un incontro interno alla categoria in cui si è concordato il mandato di non accettare una condivisione aprioristica della deroga ai criteri di legge (il Sait vuole dare più peso a criteri tecnico-organizzativi come la produttività) senza avere il pacchetto completo: riduzione numero esuberi, piano sociale, incentivi all'esodo.

«Non accettiamo pregiudiziali sulla deroga ai criteri di legge, siamo andati per avere il pacchetto completo ma abbiamo ricevuto un secco rifiuto - afferma il segretario della Filcams Roland Caramelle - Continueremo nei 30 giorni che abbiamo davanti nella tutela dei lavoratori coinvolti nella procedura, convinti che non si possano fare ristrutturazioni in base a criteri arbitrari e discrezionali, mettendo sulla strada chi ha lavorato decenni nel Consorzio e che oggi si trova con problemi di idoneità alla mansione e che non avrebbe alcuna possibilità di ricollocamento. Richiediamo con forza un piano sociale e l'intervento della Federazione che non può continuare a lavarsene le mani».

Per Lamberto Avanzo della Fisascat e Walter Largher della Uiltucs «la speranza di un tavolo unitario si è subito infranta sulla dichiarazione della Filcams di non voler parlare di criteri, se non di legge, come già espresso nell'ultimo incontro di venerdì scorso. A quel punto Fisascat e Uiltucs unitamente ai propri delegati hanno dovuto prendere atto della inesistenza delle condizioni minime per parlare di riduzione degli esuberi».

«Trattare - proseguono i sindacalisti - poteva avere un senso, dimostrato da una prima consistente riduzione dai 135 esuberi della dichiarazione iniziale, grazie agli accordi sottoscritti da Fisascat e Uiltucs su mobilità volontaria, formazione, cooperazione salute e ente bilaterale. L'ennesima rottura del tavolo di trattativa avvicina sempre più quota 116 licenziamenti senza incentivi e senza alcun accordo di prospettiva. Rimane come ultima opportunità, sempre più flebile, l'incontro previsto presso il Servizio lavoro della Provincia. Come Fisascat e Uiltucs abbiamo tentato inutilmente e fin dai primi giorni della crisi in Sait di puntare all'unità sindacale che è stata purtroppo rispedita al mittente».

Oggi sull'Adige in edicola le contromosse della Provincia autonoma.

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