Esenzioni Imis per gli immobili dei contadini 7.000 autocertificazioni: ora partono i controlli

di Angelo Conte

Controlli sul campo per i contadini che, attraverso una autocertificazione, hanno dichiarato di abitare in un fabbricato rurale o di utilizzare immobili ai fini dell’attività professionale e hanno quindi ottenuto l’esenzione dal pagamento dell’Imis provinciale.

Il Servizio catasto, infatti, ha approvato nei giorni scorsi la determinazione con cui si stabiliscono i criteri per avviare i controlli sul territorio da parte dei dipendenti in forze. Per quest’anno, oltre ai controlli informatici che dovrebbero coprire di fatto diverse migliaia di autocertificazioni, si andranno a compiere verifiche sul 2% delle documentazioni, per un totale di circa 140 uscite sul territorio, pari a circa la metà rispetto alle 381 del 2016, che hanno rappresentato invece il 5% delle 7.600 autocertificazioni verificate in maniera informatizzata e che erano invece la percentuale da controllare fissata l’anno scorso.

La riduzione al 2% della quota di controllo sulle autocertificazioni - sottolineano dalla Provincia - è dovuto in particolare alla storia dei controlli degli anni passati che hanno riportato delle percentuali di non veridicità delle dichiarazioni basse. Questo, unito alla volontà di non caricare eccessivamente il personale che già compie molti controlli sul terreno ha fatto propendere per la riduzione della percentuale di verifiche sul terreno.

Per poter tornare al 5% o comunque aumentare la quota di autocertificazioni da verificare, spiegano ancora dalla Provincia, servirebbe un aumento dell’organico in forza al Catasto.
L’anno scorso, quindi, i controlli informatici sono stati 7.600 e quelli sul terreno 381, con alcune autocertificazioni che sono state respinte e i cui autori, quindi, sono stati costretti a modificare la categoria catastale e a prepararsi a versare l’Imis per quest’anno e per gli anni precedenti. Tutto, però, dipende dai Comuni di riferimento che, una volta ricevuta l’informazione da parte del Catasto, devono attivarsi per richiedere il dovuto ai cittadini che hanno messo nero su bianco una dichiarazione catastale non corrispondente alla classificazione reale.

In media annualmente sono settemila tra privati e società o cooperative agricole che chiedono e ottengono in Trentino l’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili strumentali all’attività agricola. In totale sono circa 17.000 le unità immobiliari annualmente dichiarate come rurali, e che, su questa base, non sono state sottoposte all’Ici in passato (dal 2006 al 2011) e alle successive modifiche dell’imposta immobiliare, diventata Imu prima e, dal 2014 Imis, con un regolamento e aliquote decise in toto dalla Provincia a livello generale e dai singoli Comuni per quanto riguarda i casi concreti.

Per verificare se occorre recuperare le cifre esentate ai contadini o alle cooperative e società agricole interessate, la Provincia ha avviato negli anni scorsi un controllo delle dichiarazioni per verificare se la natura di ruralità effettivamente è confermata oppure no. In quest’ultimo caso, ovviamente, non sarà il Catasto a chiedere il pagamento delle tasse dovute per il periodo in cui il carattere di ruralità non è stato rispettato. La struttura provinciale che si occupa della catalogazione degli immobili, invece, invierà la comunicazione relativa al contribuente in questione al Comune di residenza dello stesso affinché sia l’amministrazione municipale a chiedere il pagamento di quanto dovuto per il passato (fino a 5 anni di arretrati).

I controlli per quest’anno sono in arrivo alla luce della determinazione approvata nei giorni scorsi dal Servizio catasto della Provincia. Il provvedimento a firma Roberto Revolti ha infatti confermato di voler controllare tutte le dichiarazioni in via informatica e di spostare al 2% quelle sul terreno.

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