Debiti, sono 3.800 le famiglie in difficoltà

di Angelo Conte

Aumentano nei primi nove mesi del 2016 le famiglie che non riescono a restituire i prestiti concessi loro dalle banche. La situazione dei conti in tasca ai trentini, in ogni caso, mostra che si sta allargando la forbice tra chi ha redditi sopra la media e chi invece fatica a arrivare a fine mese. Da un lato le famiglie che non riescono a risparmiare o non sono in grado di fare fronte a difficoltà finanziarie improvvise restano a livelli elevati, dall’altro chi ha entrate importanti ha sempre più soldi sul contocorrente.

TANTE FAMIGLIE NON PAGANO

In un anno sono aumentate di circa 200 le famiglie che non riescono a restituire le rate di mutui e prestiti che le banche hanno erogato loro. A fine settembre dell’anno scorso, secondo i dati di Banca d’Italia, il numero di affidati in sofferenza è salito a 3.767 contro i 3.597 di un anno prima. L’incremento percentuale è del 4,7% tra settembre del 2015 e settembre del 2016. Ma ancora di più aumenta il valore delle sofferenze utilizzato, ossia l’entità dei debiti che i trentini non riescono a restituire. In totale si passa da 268 milioni di euro a fine settembre del 2015 ai 290 milioni di euro di fine settembre dell’anno scorso. Si tratta di 22 milioni di euro in più, pari a una crescita dell’8,2%.

PIÙ DEPOSITI IN BANCA E IN POSTA

Nello stesso periodo si assiste in Trentino a una crescita dei depositi dei risparmiatori trentini sui contocorrenti bancari e postali. Sempre secondo i dati di Banca d’Italia per le famiglie le risorse a disposizione in banca e alle poste a fine settembre dello scorso anno sono aumentate a 9 miliardi 956 milioni di euro. Un anno prima erano 8 miliardi 991 milioni di euro: l’aumento in 12 mesi è stato pari a quasi un miliardo di euro e, a livello percentuale, a oltre il 10%.

AUMENTA L’INDEBITAMENTO

Nello stesso tempo sta aumentando il ricorso al credito, e quindi all’indebitamento, da parte delle famiglie trentine. Da un lato, a fine giugno dell’anno scorso, era in crescita la quota di credito al consumo erogato dalle banche e dalle finanziarie era salita di 30 milioni di euro in un anno, passando da 498 milioni a 528 milioni di euro, con un aumento di circa il 6%. Anche i crediti destinati a investimenti o a ristrutturazioni dei debiti accesi in precedenza sono comunque cresciuti arrivando a quota 5,3 miliardi di euro se si considerano solo le banche e non altri tipi di finanziamento. Anche in questo caso abbiamo un incremento di circa 30 milioni di euro in un anno, anche se il dato è riferito a fine settembre dell’anno scorso (e non a giugno come il credito al consumo).

LA METÀ DELLE FAMIGLIE NON RISPARMIA

A fronte di un aumento del risparmio da parte dei trentini che riescono a mettere da parte una quota delle entrate, negli ultimi anni rimane elevata la percentuale di famiglie che non riesce a risparmiare. Lo segnala, anche per il 2015, l’indagine dell’Ispat (l’Istituto provinciale di statistica), sulla situazione finanziaria delle famiglie trentine. In particolare, per quanto riguarda la capacità di risparmiare, nel 2015, ultima rilevazione più recente, il 54% delle famiglie trentine spiegava di non risparmiare. Una percentuale che è più elevata del 2014 ma che trova delle percentuali superiori negli anni precedenti (quasi il 60% nel 2012). Resta alta, ma non a livelli da record, la percentuale di coloro che nel 2015 sostenevano di non riuscire a far fronte a una spesa imprevista. In totale si tratta del 25% delle famiglie trentine, una su quattro: una percentuale che è la terza più elevata degli ultimi undici anni. Nel 2004 si trattava di circa la metà: il 13%.

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