Casse rurali, in arrivo altre fusioni Piano per 100 prepensionamenti

Esuberi, via ai bancari di troppo

di Francesco Terreri

Le fusioni già avvenute tra Casse rurali, Trento con Aldeno e Cadine, Alto Garda con Mori-Brentonico e prossimamente con Valle dei Laghi, le quattro Casse dell'Alta Valsugana, insieme alla razionalizzazione in corso degli sportelli, generano già un primo contingente di circa 100 bancari da avviare al prepensionamento perché in esubero.

Inoltre, altre aggregazioni sono in arrivo: la Banca d'Italia ha dato il via libera alla fusione tra Valsugana-Tesino, Roncegno e Cross, cioè la Bassa Valsugana. Procede anche la Val di Sole. A inizio 2017 le Rurali scenderanno dalle attuali 36 a 32.

Nel caso della Rurale degli Altipiani, la ex Folgaria che dovrebbe fondersi con altre Rurali in Vallagarina, c'è però un problema. L'istituto oggi guidato da Diego Schelfi (a destra nella foto) è stato risanato con il commissariamento deciso da Bankitalia e gestito da Giambattista Duso.

Dopo la maxi perdita di 7,5 milioni di euro del 2013, ha chiuso il 2014 con un rosso di 430 mila euro e il 2015 con un utile di 1 milione 350 mila euro. La raccolta complessiva è risalita a 265 milioni, i prestiti a 192 milioni. Ma il patrimonio, pur essendo risalito a 13,3 milioni, è ancora insufficiente per gli standard della Vigilanza.

Così la Rurale degli Altipiani e il suo progetto di fusione in Vallagarina potrebbe essere il primo caso di intervento trentino del Fondo nazionale temporaneo obbligatorio delle Bcc, lo strumento presieduto dall'economista e banchiere Rainer Masera che, in attesa del gruppo o dei gruppi nazionali, è preposto a prevenire le crisi e favorire le aggregazioni tra banche coop. Il Fondo ha una dotazione annua di circa 400 milioni, lo 0,2% dell'attivo patrimoniale delle Bcc.

Nel suo consiglio di gestione siedono, tra gli altri, lo stesso Schelfi e Mario Sartori .

Intanto le fusioni già avvenute mettono in moto le uscite «morbide» dei bancari vicini alla pensione: circa 35 fra Trento e Aldeno, una trentina fra Mori, Valle dei Laghi e Alto Garda, 25 per l'Alta Valsugana e altri ancora. Ma lo strumento per affrontare il problema, il Fondo per l'occupazione (Focc) previsto dall'accordo tra Federazione e Fabi, il sindacato maggioritario, non è ancora operante.

Alcune Casse non intendono utilizzarlo. «Per noi non ha incidenza, riusciamo a gestire per conto nostro eventuali problemi di questo tipo» spiega Paolo Zanetti , presidente della Rurale Valsugana e Tesino, una delle tre che ha appena ricevuto l'ok di Bankitalia alla fusione (il progetto arriverà in assemblea straordinaria a metà novembre).

«Sono in corso degli approfondimenti, anche in Cassa Centrale - afferma il coordinatore provinciale della Fabi Domenico Mazzucchi - Altre sigle sindacali continuano a contestarlo. Ma il Fondo per l'occupazione è un accordo migliorativo che dà più sicurezza ai colleghi. Ed è sempre più urgente visto come procedono le fusioni».

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