Castaldo (Federazione): allarme sul fenomeno false cooperative

La presidente vicaria della Cooperazione a all'attacco delle cooperative che «fanno leva sul costo del lavoro per vincere appalti a prezzi stracciati, falsando la concorrenza con comportamenti molto criticabili sotto il profilo etico e della correttezza»

La presidente vicaria della Cooperazione Marina Castaldo va all'attacco delle cooperative «spurie» che «fanno leva sul costo del lavoro per vincere appalti a prezzi stracciati, falsando la concorrenza con comportamenti molto criticabili sotto il profilo etico e della correttezza».

Lo spunto viene dal caso della cooperativa Lcs, impegnata nella logistica dei supermercati Poli e Aspiag, e dei suoi 229 soci-lavoratori col posto di lavoro a rischio a seguito di un buco patrimoniale di 198 mila euro.

«Non basta scegliere la formula societaria per essere impresa cooperativa. Il caso Lcs è emblematico», afferma Castaldo.

«Primo - sostiene Castaldo - Lcs non è iscritta alla Federazione. Non che questa sia una colpa, tuttavia l'adesione ad una associazione organizzata per fare i controlli e assistere i propri associati fornisce qualche garanzia in più affinché i principi fondanti siano rispettati. Tra questi, ad esempio, la reale consapevolezza dei soci sui diritti e doveri, e anche i rischi, della loro partecipazione societaria».

«Le difficoltà riscontrate da Lcs - prosegue Castaldo - si vorrebbero far ricadere sui soci, chiamati a partecipare in solido, e par di capire a titolo non volontario, alla ricapitalizzazione. Non è un principio sbagliato in sé, ma esso va fatto comprendere alla base sociale, soprattutto quando è composta, come in questo caso, per la maggior parte da persone straniere che hanno difficoltà con la lingua e che quasi sempre vengono da situazioni di migrazione, povertà e non-conoscenza».

Ben poco sarebbe stato fatto in questo senso in Lcs «stando alle preoccupazioni e stupore espressi dai lavoratori-soci. I quali hanno anche dovuto accettare un contratto, quello multiservizi, non coerente con l'attività del settore logistico. L'adesione ad una associazione di rappresentanza come la Federazione, invece, avrebbe impegnato la cooperativa socia ad applicare un contratto di lavoro coerente con l'attività esercitata».

«Rispettare i principi - sottolinea Castaldo - significa garantire un lavoro dignitoso ai soci, sia in termini di condizioni di lavoro, sia in termini di remunerazione. E le nostre cooperative lo fanno, anche se questo significa ridurre i margini. Le altre, anche se si chiamano cooperative, fanno leva proprio sul costo del lavoro per vincere appalti a prezzi stracciati. Questa non è cooperazione. A livello nazionale siamo impegnati a contrastare il fenomeno delle cooperative spurie. Serve un impegno forte da parte di tutti, anche delle centrali appaltanti, per distinguere una cooperativa autentica da una spuria. Un segnale inequivocabile è proprio l'applicazione di un adeguato contratto di lavoro». 

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