Rapporto Nordest, segnali positivi Lavoro: boom col Jobs Act

Segnali positivi nel Rapporto Nord Est 2016 elaborato dalla Fondazione Nord Est e presentato a Padova. Il report evidenzia che nel 2015, per la prima volta dal 2008, il Pil nordestino è tornato a crescere con un +0,8 così come la domanda interna (+1,3% i consumi e +1% gli investimenti). Si conferma un asset fondamentale dell’economia del nordest l’export, cresciuto nel 2015 di 5,8 punti percentuali, al di sopra della media nazionale che ha visto invece un +4,2%.

Altro elemento di discontinuità rispetto agli scorsi anni è l’andamento del mercato del lavoro. Nel 2015 nel Nord Est le assunzione hanno registrato un aumento del 15%, pari a 84 mila unità (raggiungendo quota 643 mila conto le 558 mila dell 2014).

A contribuire in modo significativo, secondo il rapporto, è stato il Jobs Act che ha aiutato la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato, +70% rispetto al 2014, a fronte della leggera crescita delle assunzioni a termine +2,6% e del calo delle assunzioni in apprendistato -12,8%.

«Il 2016 è stato l’anno della svolta - ha spiegato il direttore scientifico della Fondazione Nord Est Stefano Micelli - la ripresa c’è stata dopo anni di grandi difficoltà e per la prima volta dopo molti anni abbiamo visto crescere il Pil italiano e quello nordest a ritmo praticamente identico. I numeri parlano di ripresa, export che tiene, domanda che aumenta ma anche di demografia pericolosa. Il territorio invecchia (siamo praticamente a due anziani ogni giovane) e che fa fatica ad attrarre giovani. E per la prima volta, nonostante le ondate migratorie, i residenti stranieri nel nordest calano».

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