Emissioni, sospetti su Renault Perquisizioni e il titolo crolla

Gli agenti del Governo francese hanno sequestrato computer  dal sito Renault di Lardy (Francia), che realizza prove sulle emissioni dei veicoli. È quanto afferma Bloomberg che riprende fonti di stampa francese che citano un volantino sindacale della Cgt, secondo il quale quale gli ispettori si sono recati nell’impianto transalpino lo scorso 7 gennaio. Secondo il sindacato il fatto genera sospetti su un possibile coinvolgimento di Renault nello scandalo sulle emissioni che ha colpito Volkswagen.

Gli inquirenti della Dgccrf (Direction gènèrale de la concurrence, de la consommation et de la rèpression des fraudes) sarebbero intervenuti in diversi impianti Renault giovedì scorso e avrebbero sequestrato «i Pc di numerosi dirigenti». I settori oggetto dell’indagine - spiega il sindacato - riguardano la divisione «omologazione e messa a punto dei controlli sui motori» e «lasciano fortemente pensare» che «queste perquisizioni sono legate alle conseguenze dell’affare dei motori truccati di Volkswagen».

Secondo la Cgt le perquisizioni hanno riguardato anche gli impianti di Guyancourt (Yvelines), Plessis-Robinson et Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi. La Cgt afferma di essere stata informata dai delegati degli impianti di Lardy e Guyancourt. «Abbiamo interpellato ieri la direzione - afferma il delegato centrale Frank Daout - ma non abbiamo avuto risposte, siamo tutti sorpresi».

Pesanti le ripercussioni in Borsa: il costruttore parigino cede il 20% penalizzata da sospetti sul irregolarità nei test sulle emissioni. Il titolo sconta inoltre il calo delle vendite di auto in Russia nel 2015 (-46%), dove il Gruppo è esposto con il marchio Autovaz.

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