«Se arrivano gli ipermecati sarà la fine dei piccoli negozi»

Aprire la strada a colossi commerciali nelle periferie e nei sobborghi trentini porterebbe alla desertificazione delle piccole realtà

di Lorenzo Basso

Aprire la strada a colossi commerciali nelle periferie e nei sobborghi trentini porterebbe alla desertificazione delle piccole realtà presenti, con un conseguente danno significativo al tessuto imprenditoriale locale e alla preservazione del territorio dal degrado.

È quanto sostiene il presidente dell'Associazione dei commercianti al dettaglio Massimo Piffer, che nei giorni scorsi ha diramato una nota sulla variante al piano regolatore del capoluogo trentino che adegua i criteri di programmazione urbanistica per il settore, chiedendo un ripensamento dei parametri già elaborati ed un'apertura al confronto con l'ente di categoria. Intervenendo su un tema in discussione in questi giorni, il rappresentante dei commercianti ha infatti messo in guarda l'amministrazione sul possibile insediamento nelle periferie di grossi gruppi commerciali a scapito dei piccoli esercenti.

«Quello a cui dobbiamo puntare - sostiene il presidente Piffer - è di mantenere vivo il centro storico di città e paesi, senza tuttavia dimenticare l'importanza dei punti vendita, i cosiddetti piani terra, nelle periferie. Il Trentino è un territorio dall'orografia particolare, con dei centri abitati disseminati sia sul fondovalle, sia in collina o in prima montagna. L'insediamento di grossi gruppi commerciali, particolarmente aggressivi in un momento di difficile ripresa dei consumi, potrebbe portare ad uno squilibrio commerciale anche per le valli, e per le periferie, con l'affermarsi di un pendolarismo degli acquirenti. In altre parole, si andrebbe a desertificare le realtà imprenditoriali sul territorio per incentivare un accentramento dell'offerta».

Oggetto di maggiore critica da parte del portavoce dell'associazione commercianti è soprattutto il dimensionamento e la collocazione di grandi superfici di vendita (se ne prevedono una deicida per una superficie complessiva di 75mila metri quadrati), che a suo dire andrebbero contro l'obbiettivo dichiarato di razionalizzare l'attuale rete commerciale. Una decisione che potrebbe portare, a suo avviso, ad aggressioni di mercato da parte di gruppi esterni, con l'affermazione di squilibri nel capoluogo e nelle valli.

«Oggi - conclude Massimo Piffer - esiste il bisogno di salvaguardare il territorio e di incentivare l'utilizzo del patrimonio esistente, mentre la collocazione di grandi superfici di vendita richiede un approfondito studio per evitare la nascita di accentramenti commerciali».
Al fine di garantire uno studio attento delle implicazioni che potrebbero sorgere dalla variante al Prg, l'associazione ha espresso dunque la volontà di collaborare con l'amministrazione per trovare soluzioni condivise.

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