Muore suicida l'industriale Ghisolfi, amico di Renzi

È morto suicida, a 58 anni, l’industriale Guido Ghisolfi, vicepresidente del gruppo Mossi & Ghisolfi, multinazionale chimica in forte sviluppo nel campo dei biocarburanti, con 2.100 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di dollari.

L’hanno trovato i carabinieri, sulla sua auto, in una strada di campagna di Carbonara Scrivia, nell’Alessandrino, vicino a Tortona, dove viveva. L’imprenditore si è sparato con un colpo di fucile e non avrebbe lasciato alcun messaggio.
Iscritto al Partito democratico e grande estimatore di Matteo Renzi, aveva contribuito a finanziarne la campagna alle primarie del 2013 con un contributo di 100 mila euro. Ed era considerato alla stregua di un consigliere del premier in materia di impresa ed occupazione. Ghisolfi aveva fatto parte del comitato di sorveglianza di Intesa San Paolo, subentrando ad Elsa Fornero quando era stata nominata ministro.

L’imprenditore suicida era conosciuto anche negli ambienti sportivi: da giovane era stato dirigente del Derthona basket, la società cestistica della sua città che aveva rilanciato negli anni ‘80.
«Perdo prima di tutto un amico, l’Italia e il Piemonte perdono un grande imprenditore, un grande innovatore, un uomo di grandissima passione civile», è il messaggio di Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte.

Guido Ghisolfi, figlio del presidente e fondatore del gruppo, Vittorio, aveva focalizzato il suo impegno manageriale sui biocarburanti. Era presidente e amministratore delegato di Beta Renewables spa, società del gruppo.
Meno di due anni fa, all’inaugurazione della bioraffineria di Crescentino (Vercelli) aveva illustrato ad una folla di imprenditori e finanzieri, le grandi possibilità di sviluppo e di mercato dei combustibili «verdi» ottenuti da scarti non alimentari. L’impianto piemontese produce decine di migliaia di tonnellate di bioetanolo ottenuto da scarti di coltivazioni di riso e frumento e canne dei fossi.

Il gruppo Mossi & Ghisolfi è impegnato in un progetto in Sardegna, nel Sulcis, avversato da chi considera la coltivazione di canne per ottenere il biofuel dannosa l’agricoltura.

È stata la «forte depressione» a spingere l’industriale a uccidersi, secondo quanto poco fa ha rivelato l’azienda in una nota pubblicata sul sito del gruppo, firmata «con immenso ed incolmabile dolore» dalla famiglia e dalla direzione. «Guido Ghisolfi, vicepresidente e amministratore delegato del Gruppo Mossi Ghisolfi, ci ha lasciati. Ieri, a seguito di forti crisi depressive di cui soffriva da tempo, ha deciso di compiere un estremo atto che ha posto fine alla sua vita.

«Era - è il ricordo della famiglia e della direzione del gruppo - un imprenditore italiano di rara capacità, tenacia, intuizione ed ha saputo portare - insieme al padre Vittorio e al fratello Marco - il gruppo Mossi Ghisolfi in una dimensione internazionale. Il gruppo è oggi uno dei leader consolidati nel settore delle materie plastiche e dei prodotti chimici ottenuti da risorse rinnovabili, ambito - quest’ultimo - in cui l’ing. Ghisolfi ha saputo esprimere particolare intuizione, coraggio e determinazione».

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