Casse Rurali in rosso Perdite stimate in 30 milioni

Non è stato un anno facile, il 2014, per le Casse rurali trentine, che chiudono sì, a livello di sistema e comprendendo nel bilancio complessivo anche Cassa Centrale Banca e le partecipate, con un leggero utile, ma che registrano molte situazioni di «rosso», con perdite stimate in circa 30 milioni di euro

Non è stato un anno facile, il 2014, per le Casse rurali trentine, che chiudono sì, a livello di sistema e comprendendo nel bilancio complessivo anche Cassa Centrale Banca e le partecipate, con un leggero utile, ma che registrano molte situazioni di «rosso».

L’utile annunciato dal sistema del credito cooperativo è di 6,5 milioni di euro: lo scorso anno, considerando il solo perimetro delle rurali, l’utile complessivo era stato di 9 milioni, in caduta nettissima rispetto ai 48 milioni dell’anno precedente. 

Per confrontare dati omogeni, poi, ricordiamo che nel 2013 l’utile «di sistema», comprendendo quindi Cassa Centrale Banca e alcune partecipate come Phoenix, era stato di 36 milioni di euro. All’appello, dunque, mancano una trentina di milioni: il pedaggio pagato al settimo anno di crisi. 

Anche perché molte rurali, in via precauzionale, hanno accantonato ingenti somme di crediti anomali (362 milioni), chiudendo conseguentemente alcuni bilanci con un risultato negativo.

Un impegno che non spaventa il sistema cooperativo, assicura una nota della Federazione, che spiega come il patrimonio rimanga molto solido a 2,1 miliardi di euro, con indici di solvibilità superiori rispetto al resto del sistema bancario (15%, contro una media delle banche italiane del 12%, requisito minimo 8%): «Dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi il patrimonio di sistema è aumentato del 22%, i prestiti dell’11,7% e la raccolta del 17,5%».

Tra i territori che soffrono di più, la Valsugana e la Vallagarina, soprattutto in certi settori (costruzioni  e immobiliare, terziario): difficoltà che a cascata si riflettono anche i bilanci delle Casse Rurali, con molte rate di mutuo non pagate che si trasformano in «sofferenze», che le banche sono costrette a «svalutare» a titolo precauzionale, soprattutto per effetto della perdita di valore degli immobili posti a garanzia dei prestiti.

Alla fine del 2014 le «sofferenze» ammontavano al 9,06% degli impieghi complessivi, pari a 1 miliardo di euro sul totale dei crediti di quasi 12. Di questi, circa la metà sono già stati svalutati negli anni scorsi. In generale le imprese incontrano maggiore difficoltà rispetto alle famiglie, in particolare nel settore immobiliare e delle costruzioni.

«Le nostre Casse hanno adottato una linea di particolare rigore e prudenza – afferma il vicepresidente della Federazione Giorgio Fracalossi - che è stata sollecitata anche dalla Bce. In tal senso si potranno creare i presupposti per farsi trovare pronti quando il territorio e la congiuntura economica daranno dei segnali di ripartenza».

«Le Rurali hanno svolto bene il proprio servizio, ma la la situazione economica che porta molte famiglie e imprese a non poter onorare i propri impegni, unita alle iniziative del Governo e alle indicazioni di Bce e Bankitalia, ci impongono di pensare con responsabilità ad ulteriori strumenti di consolidamento per continuare a svolgere il nostro ruolo anche in futuro», ha commentato il presidente della Federazione Diego Schelfi.

Le Casse Rurali in crescita durante la crisi

Dal 2007 al 2014, la raccolta complessiva di risparmio presso il  credito cooperativo è cresciuta di 2,7 miliardi di euro, pari a +17,5%. Anche il credito complessivo rispetto a sette anni fa è cresciuto 1,3 miliardi di euro, pari a +11,7%. E gli occupati dall’inizio della crisi ad oggi sono aumentati di 147 unità. I soci sono 126 mila, ovvero 19mila in più rispetto a sette anni fa (1.546 solo nell’ultimo anno), ed è cresciuto anche il patrimonio di sistema, che con 2,1 miliardi di euro è superiore di 385 milioni rispetto al 2007 (+22%).

L’andamento della raccolta e prestiti nell’ultimo anno

La raccolta nel sistema, ovvero il risparmio «custodito» nella propria Cassa rurale, è cresciuta complessivamente del 3,4%, con un balzo del 32,5% per il risparmio gestito, attestandosi a 18 miliardi di euro. I prestiti nel sistema si sono mantenuti su livelli elevati di 12,4 miliardi, con una leggera flessione del 2% rispetto al 2013. Erogati nuovi crediti per 2 miliardi di euro.  L’89% delle domande di mutui sono state accolte (erano l’87% l’anno prima e l’84% nel 2012).  In ripresa i mutui casa: stipulati oltre duemila contratti per 233 milioni di euro.

Redditività e patrimonio

Il margine di intermediazione delle Casse Rurali, sintesi della gestione del denaro e dei servizi, a fine 2014 è cresciuto del 2,25% al netto delle plusvalenze su titoli rispetto al 2013. Il risultato lordo di gestione delle Rurali di 297 milioni di euro mostra a fine 2014 una crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente, sempre al netto delle plusvalenze su titoli. Con le svalutazioni di crediti anomali delle Casse per 362 milioni, il risultato netto complessivo del sistema si aggira attorno a 6,5 milioni.  Il livello di patrimonializzazione del sistema di credito trentino permane su valori di assoluta tranquillità, attestandosi ad una percentuale di poco inferiore al 15% rispetto all’attività di rischio complessiva, a fronte di un valore minimo richiesto pari all’8%.

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