Il voto greco non spaventa le Borse, Weidmann (Bce) minaccia Tsipras

La Grecia è attualmente sottoposta a un programma di aiuti, «e naturalmente ciò significa che tale programma potrà proseguire solo se verranno mantenute le condizioni sottoscritte»: il presidente di Bundesbank, Jens Weidmann, interviene di nuovo a gamba etsa dopo il successo elettorale della sinistra ad Atene.

Come noto, il nuovo premier Tsipras intende chiedere la rinegoziazione del debito e prepara politiche finanziarie espansive con un ritorno dello Stato in settori in grave difficoltà, come la sanità, che vede molti cittadini soffrire per la mancanza di assistenza pubblica.

«Spero - ha proseguito Weidmann - che il nuovo governo non metta in dubbio quanto finora atteso, quel che è stato raggiunto. E spero anche che vengano affrontati i problemi strutturali nell’amministrazione, nelle finanze pubbliche ma anche nell’economia».
Il futuro governo guidato dal leader di Syriza, Alexis Tsipras, non dovrebbe «fare promesse illusorie che il Paese non possa permettersi». Weidmann si è espresso scetticamente su un possibile ulteriore taglio del debito: «Per me è decisivo che le finanze pubbliche elleniche siano sostenibili sul lungo periodo. Finché questa condizione non sarà soddisfatta, anche un taglio del debito darebbe solo una piccola pausa per riprendere fiato».

Un messaggio di congratulazione per la vittoria elettorale è stato inviato ad Alexis Tsipras dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. «Non vedo l’ora di lavorare insieme a beneficio dei cittadini della Grecia e della Ue». Dopo aver ricordato di aver incontrato Tsipras nella campagna elettorale per le europee, Juncker nel testo afferma: «Promuovere lavoro e crescita sostenibile, mentre si continua ad assicurare la responsabilità di bilancio, è una sfida comune per tutta le Ue».

Sul fronte delle piazze finanziarie, il voto in grecia è stato accolto senza scossoni.
I mercati avevano ampiamente previsto il risultato elettorale e il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta toglie a Syriza parte del potere contrattuale con l’Europa: questo il primo verdetto delle Borse dopo il voto greco, con tutti i principali listini partiti deboli ma a metà giornata già risaliti attorno alla parità.
Anche Atene non crolla: dopo un avvio in calo fino al 5%, il mercato azionario greco ha progressivamente recuperato. Il clima è incerto ma verso il giro di boa della prima seduta post elettorale il calo oscilla tra uno e due punti percentuali.

Niente di drammatico e l’accordo già annunciato tra Tsipras e il partito dei Greci Indipendenti (Anel), per la formazione del nuovo governo, ha facilitato la rimonta.
Sulla Grecia rimane comunque un forte nervosismo: i titoli di Stato ellenici sono in caduta (il rendimento dei decennali già altissimo oltre l’8% sta salendo di 40 punti base) e in Borsa a pagarne lo scotto sono ovviamente le banche: Pireus cede il 10%, Eurobank il 7%, Alpha il 6% e la National Bank of Greece il 5%.
In rialzo invece alcuni gruppi industriali come la Public power corporation, il cui titolo cresce del 3%.

Il governo guidato da Syriza «sarà meno radicale di quanto i titoli dei giornali suggeriscano», con la situazione che dovrebbe calmarsi «dopo un mese volatile o due», affermano gli analisti di Unicredit che giudicano le mosse della Bce sul quantitative easing in grado di «smorzare il rischio di uno scoppio brusco dello spread in periferia». Infatti sui titoli di Stato di tutti gli altri Paesi europei la situazione è assolutamente tranquilla e le Borse in mattinata hanno guardato soprattutto all’indice Ifo che misura la fiducia delle imprese tedesche, salito in gennaio oltre le attese, segnando un terzo mese consecutivo di crescita.

In attesa del negoziato tra Atene e la troika Bce-Fmi-Ue, con la Germania che per ora sembra guidare l’atteggiamento europeo, quello che più preoccupa i mercati è invece la situazione russa, strangolata tra crisi ucraina, sanzioni occidentali e crollo del prezzo di tutti i prodotti energetici, con l’ipotesi di un abbassamento dei tassi che sta indebolendo ulteriormente il rublo. I rendimenti sui titoli di Stato russi sono in rialzo di oltre 20 punti base e la Borsa di Mosca perde quasi il 3%.

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