Obbligo di fattura elettronica, la protesta delle imprese

di Marica Viganò

«Parlano di semplificazione, ma la fatturazione elettronica non è altro che un provvedimento sulla tracciabilità del denaro. Anziché rendere più facile la vita degli imprenditori, la complicherà». A Massimiliano Peterlana , ristoratore, presidente della Fiepet e vicepresidente di Confesercenti del Trentino, il nuovo sistema di fatturazione verso la pubblica amministrazione proprio non va. «È l'ennesimo salasso soprattutto per le piccole imprese. Alla faccia della sburocratizzazione».

L'obbligo di fatturazione elettronica entrerà in vigore dal 31 marzo 2015. Provincia di Trento, Regione Trentino Alto Adige, Comunità di valle, scuole ed università, Azienda provinciale per i servizi sanitari, Camera di commercio, oltre a Comuni, Consorzio dei Comuni, fondazioni strumentali della Provincia: tali enti non potranno più accettare fatture che non siano trasmesse in forma elettronica, secondo codici e standard specifici, e attraverso un sistema informatico gestito dall'Agenzia delle Entrate.

«Tutta questa "semplificazione" sarà utile e conveniente solo per quelle imprese che, con continuità, possono fatturare importi consistenti, tutte le altre o ci rimetteranno o dovranno spendere migliaia di euro per l'acquisto del software, con una dubbia ammortizzazione della spesa - spiega Peterlana - Ci troviamo di fronte all'ennesima beffa per i piccoli e medi imprenditori. È evidente che la disposizione vuole mettere ordine nella spesa pubblica, piuttosto che facilitare i pagamenti».
Peterlana lancia dunque una proposta: studiare un metodo di fatturazione che passi per la posta certificata.

Le organizzazioni di categoria, in attesa dell'entrata in vigore della fatturazione elettronica, si stanno organizzando per poter offrire ai propri soci servizi o convenzioni che possano sgravarli dall'acquisto di un software. «Come Fiepet seguiremo i nostri associati in questa prima fase - aggiunge Peterlana - per aziende piccole, come per il mio ristorante ad esempio, sarà necessario appoggiarsi ad una ditta terza che effettuerà queste fatture nei tempi e nei modi corretti sia dal punto di vista tecnico che secondo la legge. Naturalmente si tratta di costi e di tempi maggiori: questo non è sburocratizzare, ma complicare il lavoro».

Un'agevolazione per le piccole e medie imprese la offrono le Camere di commercio, ma solo per le aziende che non superano un determinato numero di fatture all'anno verso l'ente pubblico. La comunicazione è arrivata nei giorni scorsi ai titolari delle imprese, ricordando che dal 31 marzo prossimo l'obbligo della fatturazione elettronica nei confronti delle pubbliche amministrazioni centrali viene esteso anche a quelle locali. «Il sistema elaborato da Camere di commercio e Unioncamere permette di aiutare le aziende che hanno un numero limitato di fatture, circa due al mese, verso la pubblica amministrazione» spiega il segretario della Camera di commercio di Trento, Mauro Leveghi . Il servizio - gratuito - consente la gestione di un numero massimo di 24 documenti contabili tra il primo gennaio e il 31 dicembre.

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