La Provincia «svende» immobili e rinvia opere

Calano le risorse e la Provincia deve ricorrere anche alla svendita del proprio patrimonio inutilizzato. Il presidente Rossi ha illustrato la Finanziaria 2015 alle parti sociali e non sono mancate le sorprese. Accanto alla conferma degli incentivi alle imprese e dell'introduzione della tassa di soggiorno e dei ticket sanitari, annunciata la vendita a «prezzi incentivanti» dei numerosi immobili inutilizzati

di Luisa Maria Patruno

La Provincia, con il patto di Roma, ha accettato (rinunciando ai ricorsi) di dover fare i conti con una consistente riduzione delle risorse disponibili, soprattutto per l'impatto delle manovre dello Stato, che per il  2015  prevedono un concorso di  1.585 milioni  di euro (tra patto di Milano, nuovi accantonamenti, riserva all'erario e patto di stabilità). Tutto questo, unito a una stima di crescita molto modesta (solo lo  0,8% ), ha portato a una previsione di bilancio di  4 miliardi 197 milioni  di euro, che arriva a un totale di  4 miliardi 397 milioni  se si sommano  200 milioni  di presunto avanzo di amministrazione, con il risultato di un calo di 120 milioni sul 2014.


A fronte di queste cifre, il governatore Ugo Rossi si è accorto che il sistema economico trentino è molto più inefficiente di quello di altri territori, che neppure hanno potuto beneficiare dei vantaggi della «specialità». Quello trentino è un sistema costituito soprattutto da piccole e piccolissime imprese spesso familiari.

Il dato sulla variazione del tasso di crescita del Pil pro capite nel periodo 1999-2012 pari al  -9,4%  contro il  -3,6%  del Nord Est e il  -1,6%  della media nazionale, ricordato ieri nell'incontro con le parti sociali, è impietoso.

 

E proprio per questo la manovra finanziaria 2015 è tutta orientata ad attirare nuove imprese da fuori per risollevare le sorti dell'economia trentina e quindi anche del bilancio della Provincia. Ieri Rossi ha definito la serie di misure per richiamare imprese e investimenti: «Obiettivo: valore Trentino».
Oltre alle agevolazioni sull'Irap e il credito d'imposta per le imprese che fanno investimenti, che si aggiungeranno agli incentivi che resteranno, anche se gradualmente ridotti, per rendere il Trentino più attrattivo di altri territori dal punto di vista fiscale, ieri il governatore ha annunciato anche un  Piano straordinario 2015-2017  di cessione di immobili della Provincia. Quello che viene chiamato «progetto di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare» provinciale sarà una grande «svendita» di fabbricati che non vengono usati o andrebbero ristrutturati e che quindi oggi rappresentano soprattutto un costo.

Ugo Rossi

A Rossi (foto) non piace la parola svendita e preferisce usare il termine «prezzi incentivanti», in sostanza comunque si tratterà di liberarsi di edifici vendendoli a chi cerca il business e quindi vuole fare un investimento, consci che diversamente non ci sarebbe nessuna corsa all'acquisto. L'operazione sarà oliata anche con nuove norme urbanistiche (già è stata appena varata quella sulla riduzione dei tempi di approvazione dei Prg) per ridurre le pratiche edilizie.

 

Il governatore non ha detto se la Provincia ha già fatto un inventario degli immobili che intende piazzare e la cifra che punta ad incassare, ma solo a Trento ce n'è una schiera: si va dall'ex questura in piazza della Mostra, alla palazzina dell'ex Ipal (Istituto provinciale assistenza all'infanzia) e la casa delle suore in via Giardini, ma anche l'ex Arcese di Ravina, l'ex sede della Cisl in via S. Croce, la vecchia succursale della polizia in via Perini, la palazzina di via Aconcio e la sede dei Nuvola in via Valsugana già all'asta.

La Provincia prevede l'investimento di  100 milioni  l'anno in opere pubbliche nel triennio 2015-2017, non di più, sia per i cali di bilancio che per i vincoli del patto di stabilità e per gli anni successivi (2018-2021) è stato deciso uno slittamento di opere importanti e molto attese dai territori che erano considerate prioritarie.

Ora vengono confermate nella programmazione provinciale, ma saranno avviate solo nel momento in cui ci sarà una ripresa economica o la possibilità di utilizzare le risorse in cassa bloccate dal rispetto del patto di stabilità e quindi la Provincia avrà a disposizione le risorse per potersele permettere. Tra le opere rinviate vengono indicate: lo  svincolo di Campotrentino, la variante di Cles, il collegamento Loppio-Busa, la variante di Pinzolo, la variante di Strigno . Sempre in tema di viabilità salta anche l' accordo con la Provincia di Brescia .
Nel settore della scuola, invece, vengono rinviati gli interventi sul  polo scolastico di Cles  e gli  Istituti tecnici Pozzo e Buonarroti .

Dal 2015 non saranno più previste nuove opere pubbliche comunali ma solo sovracomunali.

E la decisione su dove e per quale investimento destinare le risorse toccherà alle Comunità di valle. «Saranno costituiti i budget territoriali - ha spiegato Rossi - con le risorse delle programmazioni delle opere comunali non ritenute più indispensabili che stimiamo in  80 milioni  di euro». I comuni avranno le risorse solo per la manutenzione dell'esistente.

 

Per quanto riguarda la spesa corrente, invece, viene confermato il concorso dei Comuni agli obiettivi di razionalizzazione e contenimento della spesa già definito nel protocollo di finanza locale del 2014 che è di  30,6 milioni  nel periodo 2013-2017. Per i Comuni si prevede poi l'istituzione, a regime, di un unico tributo locale di natura immobiliare (Imic) che assorba Imu e Tasi, e in via transitoria una maggiore manovrabilità su aliquote e detrazioni sui tributi esistenti.

comments powered by Disqus