Felicetti porta la pasta in Cina e in Sudafrica

Direttamente dai padiglioni della Fiera di Milano, dove è in corso Tutto Food, il salone internazionale dell'alimentazione, Riccardo Felicetti, amministratore delegato del pastificio fondato dal nonno, parla dei programmi per migliorare la presenza della pasta Felicetti sui mercati nazionale e internazionale. Tante le novità: dall'interesse per il Sudafrica ai rapporti con la Cina fino ai test per la produzione di piatti pronti

di Roberta Boccardi

Direttamente dai padiglioni della Fiera di Milano, dove è in corso Tutto Food, il salone internazionale dell'alimentazione,  Riccardo Felicetti, amministratore delegato del pastificio fondato dal nonno, parla dei programmi per migliorare la presenza della pasta Felicetti sui mercati nazionale e internazionale. Tante le novità: dall'interesse per il Sudafrica ai rapporti con la Cina fino ai test per la produzione di piatti pronti.
Con 28 milioni di fatturato nel 2012 e ulteriori prospettive di crescita nell'anno in corso, dopo aver appena messo in funzione il nuovo magazzino costato, inclusi gli impianti di movimentazione merci, 6 milioni di euro, è proprio il caso di dire che la «pasta non conosce crisi». Pronta la risposta di Felicetti. «La pasta è prodotto scaccia crisi - dice - il rapporto prezzo apporto calorico e proteico è estremamente buono, e poi ha delle caratteristiche intrinseche che la fanno diventare l'ambasciatrice di tutto l'alimentare italiano all'estero e, con l'olio d'oliva e il pomodoro, è uno dei piatti più amati al mondo».
E così si capisce anche come mai, dopo essere già molto noti in Giappone, Felicetti e Alce Nero (di cui il pastificio di Predazzo è socio dal 2011), stiano sviluppando adesso il mercato asiatico, specialmente quello cinese, «uno dei mercati potenzialmente più importanti per la pasta italiana».
In Sudafrica i primi approcci c'erano già stati nel 2010. «Adesso si è realizzata l'occasione di poter inserire una pasta fatta da noi con caratteristiche simili a quella che facciamo per il mercato inglese - continua Felicetti -, una miscela di due grani duri di alto livello qualitativo che faremo distribuire in una catena leader sul mercato sudafricano». L'Italia, con il suo 30%, è sempre il mercato più importante per la pasta Felicetti, ma tra i Paesi esteri il primo mercato è proprio quello inglese (11%), seguito con valori simili da quello tedesco e austriaco, via via fino ad arrivare... «Mi piace citare il mercato canadese - aggiunge Riccardo Felicetti - dove il marchio Felicetti è in grande crescita, ma è presente solo con prodotti da agricoltura biologica. Una scelta della nostra azienda legata al fatto che i canadesi sono molto sensibili a questo tipo di produzione e che la stessa pasta che si trova sui nostri scaffali incontra il gusto canadese». Non va dimenticato che più del 50% della pasta Felicetti è biologica, prodotta con materie prime incontaminate e acqua di montagna.
Ed ora negli stessi laboratori dove è stata creata la linea Monograno, il brand per negozi specializzati, si stanno testando anche piatti pronti. «Siamo abituati a pensare al precotto come ad un'alternativa di poco valore del cucinare in casa, mentre ci sono realtà a livello internazionale che stanno sviluppando tecnologie importanti per garantire l'alta qualità anche in piatti già pronti - spiega Riccardo Felicetti -. Nei nostri laboratori stiamo sviluppando sia delle ricette con chef sia miscele di grani duri che possano garantire una tenuta di cottura e una gradevolezza della pasta anche se già preparata». Rigatini con diversi condimenti, cotti e refrigerati, sarebbero già presenti sugli scaffali del fresco di alcune catene inglesi. «Ma quello di cui andiamo fieri - conclude Felicetti - sono i risultati che sempre più spesso ci vengono riconosciuti, ottenuti assieme ai nostri partner agricoli e ai nostri tecnici, per cercare di raggiungere il massimo della qualità senza nessun genere di compromesso».

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