Rapahel Gualazzi: "Ad Arco per un concerto alla ricerca dell'essenziale"

di Fabio De Santi

Giovedì 18 luglio , la suggestiva cornice del Prato della Lizza del Castello di Arco sarà fra le tappe del tour di Raphael Gualazzi in una serata aperta dal set della cantautrice trentina Caterina Cropelli. Il cantautore di Urbino torna in Trentino con il suo Piano Solo Tour per un concerto che sarà un viaggio attraverso le sue composizioni più note e nel quale sarà accompagnato solamente dal suo pianoforte per una dimensione essenziale. Il suo ultimo disco, «Love Life Peace», è uscito ormai tre anni fa, ma Gualazzi, non ha perso la voglia di proporsi nella dimensione live a contatto con i fan e il pubblico.

Gualazzi, quali forme avrà il concerto al Castello di Arco?

Per questo contesto storico culturale così importante e così magico, ho pensato ad una formula di piano recital, una forma, per me, molto più libera: un pianoforte e una voce, elementi che vanno ad interagire con l'energia che deriva dalle vicende storiche e dalle sensazioni particolari che questo luogo trasmette.

Il suo repertorio abbraccia diversi orizzonti sonori: cosa proporrà?

Ci saranno diversi spunti, oltre ad alcune rivisitazioni del repertorio afro-americano e suonerò alcuni dei miei brani più noti come "Love Outside the Window", "Reality and Fantasy", "Happy Mistake" e "Follia d'amore", rivisitati in chiave pianistica dove, come evidenziavo, le digressioni sono molto più libere ed interagiscono con l'atmosfera del luogo. In scaletta anche alcuni divertissement e rivisitazioni di brani non solo legati alle colonne sonore di film ma anche a celeberrime arie di musica classica come per esempio un'aria di Verdi: "Coro di zingarelle".

Cosa le piace di più di questa dimensione «in solitudine»?

Mi piacciono le libertà che posso prendermi rispetto all'arrangiamento originale e le digressioni che sottolineano la spontaneità del lato musicale al di fuori di qualsiasi base già predefinita. In questi live per piano solo c'è anche da evidenziare il concetto di essenzialità che mi permette di ricercare la magia delle sette note non più per addizione ma per sottrazione, ricercando un'estetica minimale.

Quanto è difficile cambiare vestito alle sue canzoni, riplasmarle rispetto all'originale?

Le mie composizioni nascono dal pianoforte perché l'elemento pianistico è qualcosa in più di una mera questione pratica, è qualcosa di fortemente descrittivo rispetto al linguaggio che vado a creare nell'arrangiamento per gli altri strumenti. Quindi in questo contesto riporto i miei brani alle loro origini.

 

I suoi fan si chiedono quando uscirà il suo nuovo album dopo un'attesa che dura dal 2016.

Mi creda, vorrei poter rivelare una data precisa, ma purtroppo viviamo in un momento storico, dal punto di vista musicale, talmente nevrotico e volubile che nulla è, neanche lontanamente, prevedibile. Sto lavorando a più di un'idea e tra i mille impegni che ho fino a settembre, sto cercando, tra un concerto e l'altro, di essere in studio per collaborazioni con diversi autori e musicisti.

 

 

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