«Un raccolto tutto d’oro» per non dimenticare l'orrore

di Antonia Dalpiaz

Julius, Selma, Sarah, Esther, Nicole,  Angelo, Rachele, Lea, Jakob. Alcuni nomi fra i tanti milioni di nomi di coloro che non ci sono più. E questi nomi di persone realmente esistite hanno ripreso «vita» in «Un raccolto tutto d’oro», scritto e diretto da Renzo Fracalossi, rappresentato per il Giorno della Memoria in varie località del Trentino (Lavarone, Spiazzo Rendena, S.Michele all’Adige, Lavis, Sella Giudicarie, Trento, Cles, Roncegno Padergnone ed il 3 febbraio alle 17.30 nel Teatro Comunale di Cembra (previsto per il 1° febbraio ma data cambiata causa neve).

Nella bella biblioteca di Cles, davanti ad un pubblico numeroso, gli attori del Club Armonia, uscendo di volta in volta dai settori preposti per l’esposizione dei libri (patrimonio della memoria e della cultura) hanno aperto una nuova, inquietante pagina di una Storia legata alla Shoah che da quattordici anni è diventata il punto di riferimento drammaturgico e di messa in scena del Club Armonia che ha scelto di non dimenticare mai e di mantenere vivo l’orrore per una tragedia che non solo non ci deve lasciare indifferenti, ma deve allertarci poiché nelle sue concause presenta allarmanti analogie con certe situazioni attuali.

«Non facciamoli passare di nuovo per il camino» ha sottolineato nel finale Renzo Fracalossi, che con l’ormai noto acume e preparazione storica, ha scelto di dare voce all’enorme sottrazione delle ricchezze appartenute agli ebrei negli anni 1937-1945 e quasi mai restituite, diventando patrimonio di banche, compagnie assicurative ed istituzioni finanziarie. L’allestimento ha voluto alternare momenti di vita quotidiana  ad altri strettamente legati alla narrazione storica, cornice necessaria per inquadrare gli avvenimenti e dare una puntuale descrizione degli abusi che gli ebrei dovettero sopportare. Tre le storie rappresentate in scena, con un unico, ma simbolico elemento scenografico che per tre volte muta: una tovaglia che indica la quotidianità, il bisogno di credere finalmente ad un senso di stabilità dopo secoli di fuga e di emarginazione.

Tutti visibilmente motivati ed empaticamente coinvolti gli attori, a partire da Mariano Degasperi e Anita Calliari, rispettivamente Julius e Selma Kaumheimer, i cui figli si videro restituire nel 2003 dalla Provincia di Trento supportata dalla Comunità Ebraica di Merano le preziose ceramiche che erano state loro trafugate e conservate per anni  nel Castello del Buonconsiglio. D’impatto anche la storia delle sorelle Boch (interpretate da  Marcella Cova e Claudia Furlani) a cui vennero sottratti tre milioni di franchi francesi  ed un quadro di Klimt, pagando anche con la vita. Stessa sorte per  l’orefice romano Angelo Anticoli e di sua moglie Rachele, rispettivamente Marco Revolti e Sara Ghirardi, costretto a raccogliere 50 chili di oro per evitare la deportazione (purtroppo avvenuta) della comunità ebraica di Roma. Vite, fotografate nella loro quotidiana e tragica normalità, sottolineate dall’intervento musicale, sempre mirato e coinvolgente, di Federico Scarfi. Tanti gli applausi finali a tutta la Compagnia e parole di soddisfazione da parte dell’Assessore alla cultura di Cles Vito Apuzzo che ha messo in luce il rigore scientifico dell’opera ed il valore di una narrazione capace di emozionare.

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