Shapiro e Vandelli giovedì a Trento «Noi, rivali uniti sul palco»

di Fabio De Santi

Due “nemici” dell’epoca beat tricolore, due leggende della musica rock italiana, che per la prima volta si trovano sullo stesso palco a cantare insieme, quasi costretti a mettere da parte la loro rivalità. Loro sono Shel Shapiro e Maurizio Vandelli uniti lo scorso anno dal disco “Love and peace” e ora protagonisti di un tour, supportato da Radio Italia Anni ’60, che approda all’Auditorium  il 31 gennaio con quasi seicento biglietti già staccati. Uno spettacolo di oltre due ore in cui Shapiro e Vandelli, come ci raccontano in questa intervista nella quale giocano anche sulla loro rivalità, raccontano l’epopea vissuta con le loro rispettive band, The Rokes ed Equipe 84, ma anche i loro percorsi individuali.

Come è nato questo progetto che vi vede, per la prima volta, insieme?

Shapiro: “Da due tre anni stavo pensando di dare un seguito al mio spettacolo “Sarà una bella società” con una riflessione sul percorso fatto dal ’68 al 2018. Poi i miei produttori mi hanno consigliato di non fare nulla di troppo impegnato dicendomi che poteva essere un’idea quella di fare qualcosa insieme a Vandelli. All’inizio l’ho trovata un’idea balzana ma poco alla volta mi sono convinto che si trattava di un’idea simpatica”.

Vandelli: “La verità la dico io perché Shel su questo punto racconta delle palle incredibili. Nel settembre del 2016 ho avuto questa idea di dare vita ad un progetto con lui. Il mio problema era uno solo: dirglielo! Poi un anno dopo Shel mi ha chiamato proponendomi fondamentalmente la stessa idea e quando ha saputo che di fatto tutto era pronto abbiamo deciso di seppellire l’ascia di guerra iniziando dallo studi di registrazione”.

I vostri nomi hanno fatto rima con il termine “rivalità” fin dagli anni ’60: quanto c’è di vero?

Shel: “Senza dubbio quando eravamo entrambi al Piper c’era una forte rivalità fra me e Maurizio. A vent’anni si è competitivi e quindi è chiaro che si vive tutto in maniera diversa…i giornali hanno un po’ pompato la cosa e in qualche modo ancor ’oggi questo aspetto aleggia sul nostro rapporto ma credo importi poco ad entrambi. Io poi ho seguito una strada opposta a quella di Vandelli e quindi non mi è mai interessato molto confrontarmi con lui”.

Vandelli: “Del passato è stato detto tutto o quasi. Ai vostri lettori dico solo che dopo aver parlato a lungo con l’agenzia che organizza il tour, la Trident, io e Shel viaggiamo in due van diversi, abbiamo camerini diversi e hotel sempre diversi. Non penso serva aggiungere altro”.

Per il vostro album avete usato due parole importanti come “Love&Peace”: quale significato hanno oggi?

Shapiro: “Per me e per quelli della mia generazione anche in questo terzo millennio parole come amore e pace hanno un senso profondo. Anche se siamo lontani dagli anni ’60 credo sia importante cantare contro ogni genere di guerra e violenza e tenere alta la bandiera dell’amoree. Lo slogan “Peace&Love” invita ancora la gente a riflettere su quanto sta accadendo nel mondo di oggi”.

Vi aspettavate tutto questo successo?

Shapiro: “Devo dire con sincerità che non avevo pensato a questo aspetto anche se ero convinto che io e Maurizio insieme, nonostante tutto, avremmo fatto scaturire una bella energia sia su disco che nei live. Lo spettacolo piace molto perché oltre ai brani in scaletta c’è un recupero della memoria attraverso una carrellata di pensieri”.

Vandelli: “Purtroppo il nostro è un mestiere senza certezze. A volte credi di aver registrato un capolavoro e la gente non lo ascolta o viceversa. Ci contavamo e ci speravamo, eravamo consapevoli che la cosa avrebbe potuto funzionare e così è stato”.

Niente effettone nostalgia allora?

Shapiro: “Da parte nostra non c’è nessuna nostalgia, forse questo sentimento importante è più nella gente che ci viene a vedere. Noi crediamo che le nostre canzoni anche con nuovi arrangiamenti abbiano ancora molto da dire , abbiano una valenza attuale . Questo ci fa anche riflettere sul fatto che molti dei sogni che avevamo negli anni ’60 non si sono, purtroppo, concretizzati”.

Che show si deve attendere il pubblico di Trento?

Vandelli: “E’ un live che secondo me è piuttosto sorprendente per la nostra capacità di tenere alta l’attenzione del pubblico senza i cali di tensione che sono sempre in agguato per noi artisti. Merito senza dubbio anche delle canzoni straordinarie che proponiamo io e Shel diventate quasi tutte dei classici amati dalla gente senza dimenticare il grande leadwall che fa da sfondo con le sue immagini”.

 

Il vostro disco è uscito anche in vinile ed è stato anche ristampato: che effetto vi fa?

Shapiro: “Questo lavoro ha già superato le diecimila copie fra cui ce ne sono tremila in vinile e la cosa mi rende felice perché amo ancora questo vecchio supporto”.

Vandelli: “Io amo la tecnologia, tutte le novità. Shel si eccita sempre quando parla del vinile, dei vecchi lp, la cosa lo emoziona. A me invece piacciono i compact disc, gli mp3, il digitale i vari sistemi per ascoltare la musica. Anche su questo aspetto lui è nostalgico e io no”.

 

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