Morau e Marullo ad Oriente Occidente

di Tommaso Gasperotti

Oltre allo spagnolo Marcos Morau, che ha debuttato all’ultimo festival con la sua «Pasionaria» (co-produzione con la quale ha vinto il premio Danza&Danza), ad Oriente Occidente ci saranno coreografi e danzatori di fama internazionale come Pietro Marullo, Davide Valrosso e l’emergente Luna Cenere.

Ospiti nel 2019 del Cid (Centro Internazionale della Danza), dal 28 agosto al 7 settembre, alla 39ª edizione di Oriente Occidente, porteranno sul palco le loro nuove creazioni. Altre produzioni saranno firmate da Aterballetto e dal brasiliano Claudio Bernardo, che porterà a Rovereto la prima tappa del progetto «Le troiane», una co-produzione che racconta con il linguaggio della danza contemporanea il tentativo delle donne troiane, fuggite o assegnate come schiave ai vincitori, di tornare a casa dopo la caduta della loro città. Nelle vesti di Ecuba, la moglie di Priamo, l’attrice padovana, sensibile e intensa, Maria Grazia Mandruzzato.

Sono questi i primi nomi che il direttore del festival Lanfranco Cis e il presidente Paolo Baldessari hanno voluto svelare. Tante novità all’orizzonte quindi, tra cui l’ambizioso obiettivo di entrare nel circuito di Edn (European Dancehouse Networl), una rete di collaborazioni tra le principali «case della danza» che promuovono questa arte oltre i propri confini nazionali.

Ma anche tempo di bilanci, decisamente positivi.
Il 2018, sottolineano alla sede del Cid, ha rappresentato un anno di grande sviluppo. E non solo per l’incremento delle produzioni e co-produzioni, raddoppiate rispetto all’anno precedente. L’attività del Centro ha avuto, in generale, una crescita del 25%, con coreografi, danzatori, artisti ed operatori che hanno raggiunto Rovereto da tutto il mondo. Le sale danza sono state utilizzate per oltre 1.800 ore, vale a dire per 158 giorni da 8 ore ciascuno, e si contano nove residenze artistiche.

«Nel 2018 - affermano Cis e Baldessari - il Cid ha organizzato oltre 100 attività, coinvolgendo più di 1.300 persone tra danzatori, volontari, insegnanti e coreografi, di cui il 75% giunti da fuori provincia. Questo per dire che non c’è solo Oriente Occidente. L’impegno nell’organizzazione del festival, che rappresenta sicuramente il lato più spettacolare di ciò che facciamo, si equivale all’intensa attività che proponiamo durante tutto l’anno, soprattutto in termini di alta formazione».

In questo senso, fino a fine maggio, continueranno le proposte formative, i workshop e le masterclass rivolte ai giovani danzatori che intendono perfezionare la loro preparazione.

Solo per citare i prossimi appuntamenti, il 9 e il 10 febbraio sarà a Rovereto Ellie Tass, danzatore, performer e pedagogo fiammingo, il 23 e il 24 dello stesso mese la danzatrice brasiliana Vittoria De Ferrari Sapetto, mentre a marzo saranno al Cid il coreografo belga German Jauregui, il fondatore della compagnia Spellbound Mauro Astolfi e Ariel Freedman della Roy Assaf Company.

In aprile spazio agli insegnamenti di Silvia Gribaudi con il laboratorio «Corpo, humor e danza». Mentre a maggio arriveranno in città la danzatrice spagnola Marina Mascarelli, il californiano Frey Faust con il suo «Axis Syllabus» (lessico del movimento), Michele Merola, direttore della MM Contemporary Dance Company, e Germaine Acogny con un focus sulla danza africana.
A completare il quadro il ciclo di tre appuntamenti (16 febbraio, 16 marzo, 13 aprile) «Io, tu, loro», con la coreografa roveretana Francesca Manfrini, e la collaborazione con «Inequilibrio Festival» di Castiglioncello (Livorno) sul tema della drammaturgia contemporanea.

Infine, il progetto «Danzare con l’altro», sostenuto da Fondazione Caritro, che ha coinvolto oltre 500 studenti delle scuole trentine in percorsi di danza educativa, parità di genere e inclusione delle diversità.
Un progetto, per usare le parole dei giovani partecipanti, «che ci ha aiutato ad esprimere emozioni e magia, imparando a rispettare la musica e gli altri.
La danza è fonte di ispirazione e felicità».

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