Addio a Iaia Fiastri, la regina del musical italico

«Per quarant’anni, ci siamo divertiti tantissimo». Elegante, garbata, ma con quell’ironia sempre al momento giusto, Iaia Fiastri lo ripeteva spesso. Quel «noi» erano lei, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, ovvero il trio che insieme alle note eterne del maestro Armando Trovajoli ha inventato la commedia musicale italiana (con titoli che hanno fatto però il giro del mondo).

Sceneggiatrice e autrice teatrale, Iaia Fiastri se n’è andata l’altroieri a Roma, all’età di 84 anni - proprio mentre il «suo» titolo, «Aggiungi un posto a tavola», era in scena al Teatro Brancaccio di Roma - ultima portavoce di quegli anni e di quel «gran divertimento», condiviso soprattutto sulle tavole del Teatro Sistina di Roma. Proprio nella capitale, cui con Garinei e Giovannini dedicò tanta parte del suo lavoro, la Fiastri era nata il 15 settembre del 1934, al secolo Maria Grazia Pacelli.

Studi in filosofia alle spalle, era stata tra le prime autrici donna dei caroselli con Massimo Saraceni. Con quello stile disinvolto e immediato, ma sempre venato di sensibilità e umorismo, passò poi al cinema, nel ‘64, con un episodio, firmato da Mino Guerrini, del film «L’idea fissa». Dall’incontro con Franco Brusati nacquero le sceneggiature per «Pane e cioccolata» e «Dimenticare Venezia», il primo con Nino Manfredi operaio emigrato che cerca di farsi accettare in Svizzera, il secondo sul tema dell’omosessualità con anche Mariangela Melato ed Eleonora Giorgi, che arrivò alla candidatura per il Miglior film straniero agli Oscar.

Negli anni la Fiastri continuerà a scrivere tanto per il cinema tra «Amori miei» di Steno, «Il marito è mio e l’ammazzo quando mi pare» di Pasquale Festa Campanile, «Vedo nudo» di Dino Risi, «Non ti conosco più Amore» di Sergio Corbucci, «Mamma Ebe diretto da Carlo Lizzani fino a «Via Montenapoleone» di Carlo Vanzina. Ci sono anche i brani scritti per Caterina Caselli per lo show televisivo «Una grande emozione» (le due avevano un musical in progetto, ma la cantante si ritirò dalle scene).

Ma è nel 1969 l’incontro professionale della sua vita, quando Garinei e Giovannini, già coppia d’oro del teatro italiano dopo i trionfi di «Rinaldo in campo» con Modugno, gli show con Delia Scala e Renato Rascel e «Rugantino», la chiamano a sostituire Luigi Magni nella stesura di «Angeli in bandiera». Da allora uno dopo l’altro i tre firmano i grandi successi di «Alleluja Brava gente» (prima edizione nel ‘70 con cast da annali: Renato Rascel, Gigi Proietti, Mariangela Melato su musiche di Rascel e Modugno). E poi «Accendiamo la lampada», «Taxi a due piazze», «Se il tempo fosse un gambero», «A che servono gli uomini», «Vacanze Romane» fino al recente «E meno male che c’è Maria», solo con Garinei. Ma soprattutto il «suo» titolo, «Aggiungi un posto a tavola», che nel ‘73 osò portare in scena (con un Johnny Dorelli in stato di grazia, è il caso di dirlo) la storia (e la voce) di un Dio così infuriato da infliggere un secondo diluvio universale, un parroco corteggiato da una ragazza e una prostituta che si sposa, nell’eterno conflitto tra Chiesa e sindaco. Con tanto di costruzione dell’arca in legno in scena durante lo spettacolo e vera colomba in volo sul finale.

Ultima testimone di quel gruppetto geniale, la Fiastri ha accompagnato «Aggiungi un posto a tavola» per oltre 40 anni, vedendolo crescere fino a diventare un kolossal da più di 30 edizioni e 15 milioni di spettatori in mezzo mondo.

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