Suoni delle Dolomiti, applausi per il duo Brunello e Manolo

In una conca ricoperta dai vestiti multicolori di oltre duemila persone è andato in scena il secondo appuntamento de I Suoni delle Dolomiti . Tutt’attorno le onde petrose e abbaglianti del gruppo delle Pale di San Martino. Protagonisti dell’evento, assieme alle Dolomiti, erano il noto violoncellista Mario Brunello e l’alpinista (qui tra le montagne di casa) Maurizio Zanolla , detto Manolo .
Questo insolito resoconto di viaggio è cominciato anzitutto con Bach, amatissimo dal violoncellista veneto ma anche - e qui lo si è scoperto - da uno scrittore come Pasolini che innamorato del compositore tedesco, lo ha studiato ed ha definito la sua musica come «dialogo tra carne e cielo». Un definizione mai sembrata tanto vera per le innumerevoli ascensioni e discese nell’esibizione di Brunello dalla Terza Partita per violino solo preparata e introdotta dalla Misterium Passacaglia di Biber, fino alla Seconda Partita in re minore sempre per violino. Brunello suona e spiega e cattura tutti. In questa alternanza di pieni e vuoti che tanto richiama una linea di ascensione su una parete non potevano mancare le parole di Manolo, applaudito e amato, che si è immerso in quello che può essere considerato il primo racconto di ascensione, ossia l’ascesa al Monte Ventoso di Francesco Petrarca. Oggi lo si rivede durante le gare ciclistiche - spiega Manolo - ma quando il Petrarca incontra dei pastori che lo scoraggiano dal proseguire perché non avrebbe trovato nulla in cima... beh quel passo per Manolo diventa occasione per ritornare all’infanzia e alla scoperta della montagna.

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