«Rilancio l'Arena con i giovani»

Cecilia Gasdia, di ritorno a New York, questa volta non è in veste di cantante, ma nel ruolo di «managing director» della Fondazione Arena di Verona, nomina giunta a gennaio 2018 dopo il commissariamento dell’Ente lirico. Al Global Center della New York University conquista il pubblico non solo per il suo talento, ma per la travolgente simpatia, dimostrata accompagnando in un recital al pianoforte e con la voce due giovani artisti, il tenore Saimir Pirgu e il soprano Ruth Iniesta
Coinvolgendo la sala in un corale ritornello di «O sole mio». Al termine dell’incontro, intesa a promuovere la sua amata Verona e l’Arena si concede all’Adige.

Cecilia Gasdia, direttore artistico e Sovrintendente dell’Arena: chi avrà maggior voce l’artista o l’amministratore?
Le due parti concorrono tra loro: non potranno fare a meno di collaborare. Bisogna tuttavia continuare ad imparare, lavorare molto. E io ho un’ottima squadra che mi sostiene.

Nessun timore dei "conti" da far tornare?
So leggere un bilancio, visto che da anni dirigo un’accademia d’opera a Verona e mi occupo anche della parte amministrativa.

È l’unica donna in Italia a coprire questo duplice incarico in un Ente lirico: rispetto ai colleghi uomini quale pensa sia il suo valore aggiunto?
A differenza delle altre professioni, noi artiste donne siamo come gli artisti uomini, alla pari. Però sicuramente le donne hanno molta più pazienza e sono più lavoratrici.
Un affetto speciale la lega all’Arena e a Verona...
L’Arena è come fosse "mia"... Sono nata a Verona, ho studiato al liceo classico, all’Università, mi sono diplomata in pianoforte al Conservatorio di Verona. Ho assistito alla mia prima opera a 5 anni, sul palco si esibivano Giulietta Simionato e Franco Corelli. A sedici sono entrata come comparsa e subito dopo, per tre anni, ho cantanto nel coro prima di iniziare la mia carriera. Considero l’Arena come mia madre: lei mi ha mandato nel mondo ed ora io dal mondo torno all’Arena. Il fatto che la città di Verona mi abbia scelto come Sovrintendente e direttore artistico dell’Arena è un onore, una gioia immensa ed anche una grande responsabilità, di cui sono pienamente consapevole. Per me l’Arena è bellezza, forza... Io sono al servizio dell’Arena, della mia città e del mio amato Paese, l’Italia. Ora posso determinare l’andamento delle cose, cercare di migliorare ciò che non mi piaceva. Lavoro oggi con lo stesso entusiasmo della ragazzina che 40 anni fa per la prima volta calcava le scene, ma con un’energia cento volte maggiore, perché ora non ho soltanto la responsabilità della mia voce, ma di tutte le persone che con me lavorano, del pubblico e della città che mi ha affidato questo compito.

Per rilanciare il Festival ha detto che volgerà lo sguardo al passato e anche al futuro.
Per il Festival 2018 ho voluto creare un mix di tradizione e modernità sul più grande palcoscenico del mondo. Ho chiamato alcuni artisti, cantanti straordinari di una, due generazioni fa: alcuni di loro erano sul palco con me e ancora cantano, ma ho cercato anche giovani voci di talento.

Artisti vecchi "compagni di viaggio" come Leo Nucci?
Sono felice che abbia detto di sì. Aveva promesso che non avrebbe mai più cantato in spazi all’aperto e mai più Figaro. Ecco, quest’anno posso dire che all’Arena il cantante piu anziano ha 76 anni, la piu’ giovane solo 21...

Chi è la mascotte?
Si chiama Martina Gresia. Le ho affidato una piccola parte... è all’inizio. Non è la sola al debutto in Arena: il 30% dei cantanti al Festival 2018 non vi avevano mai cantato prima. Inoltre la metà del cast è composto da stranieri, tra di loro molti americani. Ho invitato il tenore Brian Jadge, bravissimo, è la prima volta che si esibisce in Italia, non vedo l’ora che salga sul palco per interpretare Don José nella ?Carmen? di Georges Bizet.
La Carmen è l’opera che apre il Festival, seguono in Cartellone alcuni successi, quali l’Aida e la Turandot e altri più recenti, tra essi il Nabucco.
Abbiamo deciso di rinnovare l’allestimento della "Carmen" con una nuova regia affidata all’argentino Hugo de Ana, che ha pensato ad una versione molto raffinata a riflettere il vero spirito della Spagna nel 1930. Gli allestimenti di "Aida" e "Turandot" saranno quelli storici di Franco Zeffirelli. Ricorderete certo la prestigiosa produzione di "Turandot" del Met Opera di New York. Riproporremo anche il "Nabucco" di Arnaud Bernard, che ha aperto la scorso anno e il frizzante "Barbiere di Siviglia" di Hugo de Ana, un titolo molto apprezzato dal pubblico più giovane. In cartellone abbiamo anche due speciali eventi il Galà Verdi e l’appuntamento, immancabile da cinque anni a questa parte, con la grande danza internazionale nell’evento "Roberto Bolle and friends", spettacolo già quasi sold out. Abbiamo invitato due grandi coreografi Vladimir Vasiliev e Gheorghe Iancu che danzarono insieme all’Arena in "Zorba il Greco" nel 1988 e sono in seguito rimasti legati al Festival come coreografi. Di Vasiliev sono infatti i balletti dell’iconica "Aida" di Franco Zeffirelli, mentre Gheorge Iancu ha interpretato con la sua cifra stilistica una inedita coreografia sulle note della sinfonia da "La Forza del Destino", in scena la sera del Galà Verdi.
Tra i suoi tanti progetti per la Fondazione Arena, uno, prioritario, riguarda i giovani.
Dopo l’esperienza con l’Accademia per l’Opera, dove ho organizzato, tra gli altri, corsi di regia lirica e di scenografia, il mio progetto è ora di creare un’accademia all’interno della Fondazione Arena, trovare giovani cantanti di talento, creare una squadra che possa studiare uno o due anni. Vorrei dare loro la possibilità di debuttare prima al Teatro Filarmonico per essere pronti poi ad affrontare il pubblico dell’Arena. Nella mia strada ho incontrato tante persone che sapevano fiutare il talento da lontano... vorrei anch’io essere come loro e scoprire nuovi talenti... ce ne sono.
Nella sua lunga carriera un momento indimenticabile è stato sicuramente il debutto al Metropolitan Opera nel 1996 nel ruolo di Giulietta. Avrebbe mai pensato di tornare nel ruolo di sovrintendente della Fondazione Arena a promuoverne il prossimo Festival?
Era un po’ di tempo che non tornavo a New York. L’ultima volta mi aveva invitato Andrea Bocelli, mi aveva chiamato come ospite "canterina" non ricordo bene in quale anno... Adesso non mi pavoneggio in questa carica importante, sono sempre la stessa. Ora non bisogna darsi arie, ma solo lavorare... e molto!

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